(Adnkronos) – Ha appena compiuto 50 anni lo scorso 22 giugno Emanuele Filiberto di Savoia, discendente e unico erede dei re d’Italia. Un compleanno importante per il principe di Venezia per ripercorrere la storia della sua famiglia, ma anche del nostro Paese, sempre rispettoso del passato, ma con uno sguardo, curioso, verso il futuro. In una intervista esclusiva al settimanale francese ‘Point de vue’, ha confessato, sorridendo di “non sentire il peso dell’età che avanza. Bisogna sempre avere il desiderio, la forza, la volontà di continuare a tracciare e progettare percorsi di vita”.
Molte cose sono accadute in questi 50 anni – ha aggiunto – Un’esistenza divisa in 2, la mia, tra l’esilio e la libertà. I primi ricordi dell’Italia? Quando eravamo ancora in esilio in Svizzera. Molti monarchici venivano a trovarci, volevamo andare con loro, conoscere l’Italia. Solo più tardi ho capito i motivi del diniego. Ma ero troppo piccolo. Avrò avuto al massimo 5, 6 anni. Ma ricevevo molte cartoline da Napoli, Venezia, Roma e immaginavo di viaggiare attraverso queste capitali. Poi la fine dell’esilio, era il 23 dicembre 2022″.
“E come se improvvisamente si fossero spalancate le porte della mia prigione dorata. Scoprivo finalmente la libertà – ha proseguito Emanuele Filiberto – Il primo incontro fu con il Santo Padre, Giovanni Paolo II. Udienza indimenticabile, e lui un uomo straordinario. Abbiamo parlato di sci. Voleva conoscere tutti gli ultimi modelli e soprattutto dove sarei andato a sciare in Italia “.
Sposato con l’attrice francese Clotilde Courau (gran fasto nel lontano 25 settembre 2003 a Roma, con cerimonia della Chiesa di Santa Maria degli Angeli) e padre di due fanciulle, Vittoria e Luisa, Emanuele Filiberto ha ancora confessato al settimanale francese, “di essere assolutamente cosciente che la vita gli ha concesso una sorta di ‘parachute dorè’, un paracadute dorato per affrontare qualsiasi, possibile, problematica, anche se ho insegnato alle mie figlie a saper far tesoro di questa immensa fortuna”. Nipote dell’ultimo re d’Italia, Umberto di Savoia e della consorte, Maria José del Belgio, il principe di Venezia aveva solo 11 anni quando il re di Maggio scomparve.
“Ho pochissimi ricordi di lui, ero troppo piccolo- ha ricordato nella lunga intervista a ‘Point de vue’- Ma ho ricordi indelebili di mia nonna. Donna intelligente, brillante, convinta antifascista. Mi parlava dell’Italia e del suo esilio, della II Guerra Mondiale, dei suoi incontri con Hitler e Mussolini, con D’Annunzio, Chaplin e Einstein. Abitava accanto a noi a Merlinge, insieme facevamo lunghe passeggiate nel parco della villa. Mi manca tantissimo”.
Emanuele Filiberto si divide tra la Francia, dove abita la sua famiglia, e gli Stati Uniti, dove ha sede parte del suo lavoro, è responsabile, inoltre, di alcune importanti attività benefiche che elargiscono somme in denaro a favore dei più bisognosi.
“Mi piace viaggiare in Italia con le mie figlie, gli italiani sono un popolo meraviglioso. E anche se alcuni monarchici non hanno approvato alcune mie scelte, la partecipazione a Ballando con le Stelle su Rai1, per esempio, (e anche il Festival di Sanremo n.d.r.) io, al contrario, ho sempre voluto mostrare la mia vera natura. Mia zia Maria Pia ha scritto nella sua autobiografia che io sono l’unico della famiglia Savoia che è riuscito a farsi amare dagli italiani. Confermato da mia figlia Luisa. ‘Papà è tremendo essere con te in Italia – mi ha detto- E’ come stare a Eurodisney con Mickey”.
E sull’affair ‘gioielli della corona’, Emanuele Filiberto di Savoia si è espresso così: “I gioielli dei Savoia sono beni privati che appartengono alla nostra famiglia, non sono della Repubblica italiana. Gioielli un tempo acquistati da Vittorio Emanuele II, da Umberto I e da altri antenati. Non sono mai stati pagati con i soldi dello Stato Italiano. Pronti comunque a continuare la nostra battaglia fino alla corte di Strasburgo”.
E per il prossimo anno Emanuele Filiberto di Savoia ha lanciato quella che lui chiama “una nuova avventura. Si tratta di ‘Web 3’, universo magico e ‘reale’ tra il passato e il futuro, il gioco e la storia, si chiamerà ‘Royal Land’ – ha anticipato – Grazie e Netflix le nuove generazioni si sono innamorate della regina Elisabetta. Spero con questo programma di poter riunire una grande comunità di fedelissimi ‘confederati’ dall’amore per la storia e dai valori incarnati dalle monarchie europee. Ogni telespettatore potrà creare un regno, a sua propria immagine e somiglianza. Spero possano esserci anche alcuni rappresentanti delle teste coronate europee -ha concluso- Ma al momento è ancora un pò presto per dare i nomi”.