In questi quattro anni il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha spesso utilizzato un linguaggio forte, diretto e divisivo. Mai avaro di tweet (il record risale al 22 gennaio 2020, quando postò 142 volte sul suo profilo), non ha cambiato il modo di fare comunicazione in questo periodo di pandemia. Molto spesso il briefing quotidiano alla Casa Bianca sul coronavirus è stato occasione di scontro con i giornalisti, mai teneri con il tycoon (e viceversa), fino alla ormai famosa conferenza in cui il presidente ha consigliato di utilizzare disinfettante per uccidere il virus. L’emergenza sanitaria ed economica ha causato una sovraesposizione mediatica del presidente, che può essere un bene come un male in vista delle presidenziali di novembre.
C’è una cosa però su cui Trump si sta dimostrando cauto e paziente. Le accuse di molestie sessuali di Tara Reade nei confronti di Joe Biden, il candidato democratico e rivale suo rivale nella corsa alla Casa Bianca. Accuse che fanno tremare i democratici.
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Anche se molti esponenti di punta hanno difeso Biden sostenendo l’incoerenza della storia di Reade, le prossime elezioni sono le prime dall’esplosione del movimento #MeToo contro la violenza sulle donne. Un fenomeno che ha smascherato l’ipocrisia dei piani alti della società americana e non solo. Per il momento Biden ha negato ogni accusa.
Come si sta comportando Trump?
Trump questa volta ha deciso di agire con prudenza. Ha adottato un’insolita reticenza riguardo alle accuse della donna contro Biden.
Ha affrontato pubblicamente la questione solo più di un mese dopo le affermazioni di Tara Reade in cui raccontava le molestie subite da Biden 27 anni prima nel seminterrato di Capitol Hill. E, quando l’ha affrontata, ha parlato moderatamente. “Non ne so niente – ha risposto il tycoon a un giornalista – Sapete… potrebbero essere accuse false. So tutto sulle accuse false. Sono stato accusato ingiustamente più volte. Una cosa del genere esiste”.
Trump è stato accusato di molestie sessuali da tante donne e in un’intervista di venerdì è apparso garantista come nella precedente: “Guarda, (Biden) deve combattere quella battaglia. Anch’io ho avuto molte battaglie in cui ho avuto molte false accuse. Forse anche quella è una falsa accusa. Francamente spero che lo sia, per il suo bene”.
Per il momento Trump ha quindi deciso di non attaccare il rivale vulnerabile, memore di essere stato accusato anche lui da una lunga lista di donne. Ma di certo non parte bene la campagna elettorale dei candidati che, alle prime elezioni dal #MeToo, sono entrambi accusati di molestie sessuali. Accusati, attenzione. Ma la storia di Biden, più che sul terreno giudiziario, rischia di sconfinare su quello della politica.
Mario Bonito