Kanye West, 43 anni, ha tenuto ieri a North Charleston, in Carolina del Sud, il suo primo comizio elettorale da quando ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali, lo scorso 4 luglio.
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Dopo un pezzo gospel, il rapper è salito sul palco indossando un giubbotto antiproiettile e i capelli rasati con la scritta 2020, disegnata ad arte sulla capigliatura, bene in vista. Ha recitato un monologo sconnesso, spaziando dall’economia all’aborto a temi molto personali. Il tutto senza l’ausilio di un microfono davanti a un centinaio di invitati.
West in lacrime al primo comizio per la Casa Bianca
West ha parlato molto del diritto all’aborto, mischiando idee ed esperienze personali. Ha raccontato di quando suo padre voleva far interrompere la gravidanza alla mamma. “Non ci sarebbe stato nessun Kanye West”, ha detto in lacrime, ricordando quando anche lui stesso voleva far abortire la moglie, Kim Kardashian, perché troppo impegnato a fare “una vita da rapper”. Poi l’apparizione di Dio e la redenzione di Kanye: “Ho chiamato mia moglie e le ho detto: avremmo avuto questo figlio. Il cantante e produttore più pagato al mondo ha però chiarito che non vuole rendere l’aborto illegale, ma dare “un milione di dollari a ogni madre che fa un bambino”.
Le critiche a Harriet Tubman
West poi ha criticato Harriet Tubman, storica attivista afroamericana per i diritti delle donne e per l’abolizione della schiavitù a fine Ottocento, scatenando l’opposizione di alcuni tra la folla. “Non ha mai liberato gli schiavi – ha detto il rapper – li ha solo fatti lavorare per altri bianchi”.
Tubman è una delle figure più rispettate negli Stati Uniti. Afroamericana scampata alla schiavitù, ha liberato tanti neri e combattuto per l’Unione durante la Guerra civile.
Non è la prima volta, comunque, che West esterna strane idee, come la fecondazione assistita “segno del diavolo” o i vaccini “il marchio della bestia”.
Il rapper, come ha raccontato lui stesso l’anno scorso, soffre di instabilità mentale. Per questo in molti dubitano della sua reale discesa in campo.
Pochi giorni fa ha formalizzato la sua candidatura in Oklahoma, unico Stato (su cinquanta) in cui è riuscito a qualificarsi. Entro oggi doveva raccogliere 10.000 firme per candidarsi in Carolina del Sud, ma la sua ‘macchina elettorale’ non ha ancora fatto sapere nulla.
La cosa strana è che, qualora riuscisse a correre per la Casa Bianca, potrebbe tranquillamente vincere contro il democratico Joe Biden e il presidente Donald Trump (Mala tempora currunt).
Mario Bonito