Il 3 novembre 2020 si terranno le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. I cittadini dovranno scegliere tra l’attuale presidente, il repubblicano Donald Trump, e il democratico Joe Biden, ex vicepresidente di Barack Obama.
Sarà un voto fortemente condizionato dai fatti che hanno caratterizzato questo 2020: la morte di George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso durante un fermo di polizia, la pandemia da Covid-19 e la crisi economica causata dalle misure prese per contrastare il virus. Non necessariamente in quest’ordine, ma è molto probabile. In particolare l’uccisione di Floyd ha scoperchiato l’atavica questione del razzismo negli Stati Uniti, ponendo al centro del dibattito il tema di una riforma del sistema di polizia.
Tra proteste pacifiche per i diritti civili e rivolte urbane tra manifestanti e polizia, il dibattito pubblico è polarizzato: da una parte c’è Trump con il mantra “Legge e ordine”, d’origine nixoniana, impegnato a fermare i disordini con il pugno di ferro. Dall’altra il mondo liberal di Biden, pronto ad accogliere le istanze progressiste senza scontentare l’area moderata del paese. Il rischio di spaccare il partito democratico, storicamente eterogeneo al suo interno, è alto e spianerebbe la strada a una rielezione del tycoon. Per molti una vera catastrofe.
Per il momento Biden è in testa in tutti i sondaggi. La maggioranza dei cittadini americani non condivide il modo in cui Trump sta gestendo la pandemia e le proteste scoppiate nelle principali metropoli per la morte di Floyd. Una sovraesposizione mediatica del presidente per fronteggiare queste emergenze sembra più che altro aver danneggiato la sua immagine. In realtà lo stesso vale per Biden che, con modi più “goffi” e meno divisivi del tycoon, si imbatte spesso in qualche gaffe.
Secondo l’ultimo sondaggio della Cnn, Biden stacca Trump di ben 14 punti percentuali. Il margine più alto dall’inizio della campagna elettorale. I due sfidanti sono dati rispettivamente al 55% e al 41%. La Cnn ha fatto un’indagine anche sulla popolarità attuale di Donald Trump: solo il 38% approva il suo operato, il 57% lo boccia. I dati ricordano quelli di Jimmy Carte e George H.W. Bush nell’anno in cui i due presidenti non furono rieletti. Impopolarità che non piace a Trump. “I sondaggi della Cnn sono falsi come le loro notizie”, è il suo commento su Twitter.
Anche RealClearPolitics dà Biden vincente, ma con 8 punti percentuali di differenza. (Biden 49.6%, Trump 41.6%). È interessante vedere i sondaggi nel dettagli nei cosiddetti swing states, gli stati in bilico, spesso decisivi per l’elezione.
In Florida Biden è sopra del 3.4%, lo stesso margine di due settimane fa. La Florida, con i suo 29 grandi elettori a disposizione, è uno stato fondamentale. Nel 2016 spinse Trump alla vittoria. Anche in Pennsylvania, Wisconsin e Arizona Biden è dato avanti del 3.3% circa. Sorpasso del tycoon in North Carolina, dove con 45.8% supera Biden di 0.3 punti percentuali. Due settimane fa Biden era dato favorito.
Come la Cnn, anche FiveThirtyEight ha fatto un sondaggio sulla popolarità attuale di Trump, dal titolo ‘How un-popular is Donald Trump?’ (Quanto è im-popolare Donald Trump?). Il suo operato non è gradito dal 54.7%; approvato dal 41.1% della popolazione presa in esame.
Nbc/Wsj dà il candidato dem avanti del 7%, Ipsos/Reuters del 10%, come il Washington Post. Anche Anche Fox News, emittente televisiva più vicina ai repubblicani, nell’indagine di fine maggio dava Biden al 48%, 8 punti percentuali in più rispetto a Trump.
Come hanno insegnato le presidenziali del 2016, i sondaggi, soprattutto con Trump nei paraggi, non sono un vaticinio esatto, ma forniscono un quadro generale dell’indice di gradimento dei due candidati. L’evoluzione delle vicende delle ultime settimane potrebbe rapidamente far tendere l’ago della bilancia da entrambe le parti. Il presidente spera in una rapida ripresa dell’economia (che, inaspettatamente, ha ripreso a creare posti di lavoro); Biden, più di tutto, sul ‘buon senso’ americano.
Mario Bonito