Swing states, Stati in bilico. Sono le otto zone dell’America che questa notte, o nei prossimi giorni, spalancheranno le porte della Casa Bianca a Donald Trump o Joe Biden. Florida, Michigan, Winsconsin, Pennsylvania, North Carolina, Arizona, Ohio e Minnesota. Secondo RealClearPolitics, il sito che fa la media dei sondaggi nazionali, il candidato repubblicano è avanti, di pochissimo, solo in North Carolina e Ohio. Ma nel sistema americano, un sistema elettorale indiretto, vige la regola del winner takes all (il vincitore prende tutto); basta spuntarla per pochi voti per ottenere tutti i grandi elettori di uno Stato: 18 in Ohio, 15 in North Carolina. In totale i grandi elettori sono 538 ed eleggono il presidente a scrutinio segreto e senza vincolo di mandato (principio previsto in 26 Stati), anche se è molto difficile che i grandi elettori non votino per il candidato per cui sono stati nominati. Per diventare presidente il candidato dovrà ottenere almeno la maggioranza assoluta, ovvero 270 voti.
Negli Stati Uniti hanno già votato in anticipo, sia di persona che per posta, oltre 90 milioni di elettori. Un dato incredibile, causato soprattutto dalla pandemia (nel 2016 votarono circa 136 milioni). Secondo gli osservatori una maggiore partecipazione dovrebbe favorire Joe Biden. Perché? Trump è seguito da uno zoccolo duro di sostenitori, circa il 40% degli elettori, ma non è bravissimo nel procurarsene di nuovi. Si ricorda che nel 2016 vinse il voto popolare la sfidante Hillary Clinton, ma Trump conquistò quasi tutti gli Stati chiave, aggiudicandosi 306 grandi elettori. Vediamo la situazione oggi, Stato per Stato.
Florida: è il più importante per numero di grandi elettori, 29. Qui il vantaggio di Biden oscilla dal +1% del sondaggio della Fox al +3% del New York Times. La situazione è ancora molto incerta e la differenza la farà il voto dei latinos (qui più conservatori) e degli anziani. Sarà un referendum pro o contro Trump per la gestione della pandemia?
Pennsylvania: “lo Stato amuleto“. Nelle ultime venticinque elezioni venti presidenti hanno fatto cassa in Pennsylvania. Solo a settembre è stata visitata e ‘corteggiata’ da Trump e Biden dieci volte. Qui i grandi elettori sono venti e i sondaggi danno il candidato dem in testa del 2.6% dei consensi. I voti per posta saranno conteggiati fino al 6 novembre, rischiando di dare l’illusione a entrambi i candidati di aver vinto. Miraggio blu o rosso?
Wisconsin, Michigan: la rust belt (più la Pennsylvania) che nel 2016 voltò le spalle alla Clinton. Lei ci mise del suo dando per scontato il risultato. Biden ha imparato la lezione. Basterà per conquistare i 26 grandi elettori?
Arizona: 11 grandi elettori in palio e serrato testa a testa. Qualche settimana fa Biden aveva la vittoria in pugno, ma Trump è un tipo che guarda poco i sondaggi.
Ohio e North Carolina: sono Stati piuttosto conservatori dove nel 2016 vinse Trump. Il repubblicano è dato in vantaggio per una manciata di voti. Per conoscere il vincitore servirà scrutinare anche l’ultima scheda elettorale.
RealClearPolitics lo segna come Stato in bilico. Se Biden riuscisse a prendere i suoi 38 grandi elettori (dietro solo ai 55 della California), sarebbe una vittoria assicurata. Il prof. Giuseppe Scognamiglio pensa sia impossibile. Ma occhio ai giovani.
Mario Bonito