“Fra otto giorni vinceremo altri quattro anni alla Casa Bianca”. Così il presidente Donald Trump ha aperto ieri il primo di tre comizi previsti in Pennsylvania, Stato in bilico fondamentale per vincere le elezioni. Quattro anni fa lo Stato dei Quaccheri votò per Trump, mentre oggi i sondaggi sorridono a Joe Biden. “Queste sono le elezioni più importanti dei nostri tempi – ha twittato il candidato dem – Fra otto giorni ci riprenderemo la nostra democrazia.
Intanto a sette giorni dalle elezioni sessanta milioni di americani hanno già votato, un numero già superiore al totale dei voti espressi anticipatamente nel 2016. Per dare un’idea, quattro anni fa votarono (in tutto) circa 136 milioni di elettori, il 55% degli aventi diritto. La maggioranza dei voti anticipati proviene da California, Texas, Florida (i tre Stati più popolosi), che mettono a disposizione rispettivamente 55, 38 e 29 grandi elettori. La La maggioranza dei votanti si è registrata tra i democratici. Al di là delle preferenze politiche, tale affluenza – scrive il New York Times – rappresenta “un faro per la democrazia in tempi difficili”.
La nomina del giudice Amy Coney Barrett alla Corte Suprema è una grande vittoria politica per Trump. I sondaggi, però, danno Biden favorito. Secondo il sito FiveThirtyEight, il candidato dem, con il 52.3%, è sopra di 9.4 punti percentuali al suo rivale nei sondaggi nazionali. RealClearPolitics, che fa la media dei principali sondaggi, segna Biden avanti del 7.8%.
In questi ultimi giorni di campagna elettorale, i candidati visiteranno i cosiddetti swing states, gli Stati storicamente indecisi, fondamentali per accedere (o rimanere) alla Casa Bianca. In Florida (29 grandi elettori), Stato dove il tycoon ha la residenza e ha votato nei giorni scorsi, Biden è avanti di 1.8 punti percentuali. In Wisconsin, Pennsylvania e Michigan, la rust belt che nel 2016 fece vincere Trump (46 grandi elettori totali), Biden è avanti (con un vantaggio che oscilla dal 4.8% del Wisconsin al 9% del Michigan). Il candidato dem è dato vincente anche in North Carolina, +1% (15 grandi elettori) e Arizona, +4% (11). Trump sopra in Ohio, +1% (18) e Georgia, +1% (16). Too close to call – dicono gli esperti. Ancora troppo presto per decidere.
Con le presidenziali si eleggono presidente e vicepresidente attraverso un sistema elettorale indiretto. I cittadini votano 538 grandi elettori, che a loro volta eleggono il presidente a scrutinio segreto e senza vincolo di mandato (principio previsto in 26 Stati), anche se è molto difficile che i grandi elettori non votino per il candidato per cui sono stati nominati. Per diventare presidente il candidato dovrà ottenere almeno la maggioranza assoluta, ovvero 270 voti. Nel 2016 Trump ottenne 306 voti dei grandi elettori, Hillary Clinton 232.
Ogni Stato sceglie con la propria legge elettorale il numero dei grandi elettori in base alla sua grandezza, da un massimo di 55 della California a un minimo di 3 degli Stati più piccoli. 48 Stati adottano il sistema maggioritario del winner takes all: il candidato vincitore di uno Stato prende tutti i grandi elettori a disposizione. Fanno eccezione il Maine e il Nebraska, dove si vota con un sistema più proporzionale.
Mario Bonito