Tra i due litiganti nessuno gode. È più o meno andato così il primo dibattito tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il rivale democratico Joe Biden. Definito da gran parte dei commentatori il confronto “più caotico” di sempre, i due candidati in corsa per la Casa Bianca hanno dibattuto per novanta minuti in un tripudio di interruzioni e idee confuse, senza riuscire a convincere e argomentare programmi concreti. Chris Wallace, il conduttore della serata, ha fatto fatica a contenere Trump, un fiume in piena ogni volta che Biden parlava. Sleepy Joe, dal canto suo, ha provato a non cadere nelle trappole del tycoon, prima di cedere: “È difficile dire anche solo una parola con questo pagliaccio”.
Eppure Wallace aveva preparato per Biden, 77 anni, e per Trump, 74, non più dei giovincelli, una scaletta precisa di sei argomenti, suddivisi in segmenti da due minuti riservati per ciascun candidato seguiti da un botta e risposta. Sul palco della Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio, storico swing state che dal 1986 vota sempre per il vincitore (eccetto nel 1944 e nel 1960), il risultato è stato desolante.
Il primo tema trattato è stata la nomina da parte di Trump del giudice Amy Coney Barrett, 48 anni, conservatrice e antiabortista, alla Corte Suprema. Nomina che necessita il consenso del Senato. Biden non è entrato nel merito del nome scelto dal presidente, ma ha rivendicato la necessità di aspettare il voto prima di sostituire Ruth Bader Ginsburg. Trump, dal canto suo, ha attaccato il rivale dem definendolo un rappresentante della sinistra radicale.
La pandemia da Covid-19 è stato un altro argomento al centro del dibattito. Biden ha criticato duramente la gestione della pandemia di Trump. “Duecento mila morti e sette milioni di contagiati”, ha sottolineato Biden, incolpando il presidente di aver nascosto la gravità dell’emergenza. Come da programma poi i due dem si sono confrontati sull’economia, sulla questione razziale e sulla correttezza delle elezioni. Ma, al di là dei temi trattati, il dibattito si è incentrato su accuse scadenti, attacchi personali e la grande confusione ha mostrato solo i limiti dei due leader.
Biden si è preparato accuratamente per l’incontro. Ha cercato di non dare appigli all’aggressività di Trump e alle accuse contro il figlio, ma non brilla nei faccia a faccia. Ha invitato gli elettori ad andare a votare guardando direttamente in camera, provando a entrare direttamente nelle case degli americani. Ma non è Reagan e, anche se lo fosse, ha davanti a sé un ‘leone’ insensibile alle regole. Insensibilità che dovrebbe preoccupare l’elettorato americano.
Nell parte finale del confronto Trump non è riuscito a condannare la violenza dei suprematisti bianchi e si è detto pronto a non accettare l’esito del voto di novembre. A causa del voto per posta “ci saranno brogli come mai nel passato” ha detto Trump paventando l’ipotesi che il voto possa finire sul banco della Corte Suprema.
I prossimi due confronti sono previsti per il 15 e il 22 ottobre.
Mario Bonito