Amy Coney Barrett, la giudice nominata da Donald Trump alla Corte Suprema per sostituire Ruth Ginsberg (morta il 18 settembre), ha detto che non può impegnarsi nel rinunciare a intervenire in caso di controversie alle presidenziali del 3 novembre. “Non posso farlo senza mandare in corto circuito l’intero processo”, ha detto in audizione davanti alla Commissione Giustizia del Senato, dove in questi giorni deve essere confermata o rifiutata la sua candidatura. La giudice ha detto che prima di decidere dovrebbe discutere con gli altri giudici della Corte, assicurando di non aver parlato al riguardo con il presidente Trump. L’audizione al Senato terminerà giovedì.
Perché per Trump è importante sostituire la Ginsburg
La Corte Suprema, composta da nove togati (tre progressisti, cinque conservatori più il posto vacante della Ginsburg) oltre a sentenziare su questioni etiche e sociali, potrebbe avere un peso specifico nelle elezioni di novembre (come nel 2000, quando la disputa tra George W. Bush e Al Gore fu decisa, a favore del repubblicano, proprio dalla Suprema Corte). Quando un seggio diventa vacante, il presidente Usa provvede alla nomina con il consenso del Senato.
Mario Bonito