(Adnkronos) –
Centrodestra sempre alla ricerca di un exit strategy in Sicilia, dove le divisioni sembrano per ora difficili da superare. Oggi è stata Giorgia Meloni a far sentire la sua voce, delusa dai ”segnali altalenanti” degli alleati cui chiede chiarezza: ”Noi lavoriamo per l’unità, credo che si debba chiedere agli altri partiti della coalizione se l’obiettivo è battere la sinistra o battere Fdi…”. E nello specifico: ”Io non sono chiusa per niente. Anche in Sicilia Fdi sta facendo gli sforzi maggiori per favorire una compattezza della coalizione, però noi ci siamo ritrovati con Lega e Fi che dichiaravano di andare in ordine sparso su Messina e allo stesso tempo dichiaravano di aver individuato un ticket che non era stato discusso con noi a Palermo… Non solo -avverte la presidente di Fdi- contestualmente i nostri alleati dicono, per una ragione a me non chiara, di non essere convinti circa la candidatura di Musumeci. Eppure Nello per me stato un ottimo presidente di Regione, è un governatore uscente che ha ben lavorato e di norma vengono ricandidati”.
In particolare è su Palermo che nelle ultime ore si registrano grandi manovre, che coinvolgono persino i renziani. E’ di ieri l’indiscrezione, confermata anche oggi da fonti parlamentari, che proprio Fdi sarebbe pronta ad appggiare la candidatura a sindaco del ‘civico’ Roberto Lagalla, sponsorizzato dall’Udc di Lorenzo Cesa, in contrapposizione a Francesco Cascio, sostenuto dal coordinatore regionale di Fi nell’isola, Gianfranco Miccichè, dal segretario regionale della Lega-Prima l’Italia, Nino Minardo, fedelissimo di Matteo Salvini e da Saverio Romano vicepresidente di Noi con l’Italia, insieme a Totò Cuffaro, commissario di Dc. Su Cascio, raccontano, potrebbe arrivare a breve anche l’ok degli Autonomisti di Raffaele Lombardo.
Interpellato dall’Adnkronos sul rebus Palermo, Gianfranco Miccichè, minimizza le divisioni interne al centrodestra : ”Stiamo lavorando tutti insieme per il centrodestra unita”. Tutti convergeranno su Cascio? “Il valore del centrodestra unito è superiore a qualsiasi nome”, taglia corto il commissario forzista isolano, lasciando intendere che alla fine si potrebbe arrivare a chiudere sull’ex presidente dell’Ars, che proprio oggi è stato assolto dall’accusa di corruzione elettorale.
Ieri ci sarebbe stato un vertice tra Cesa e l’inviato’ in Sicilia di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, per valutare la possibilità di stringere un patto pro Lagalla alle prossime comunali, rinunciando alla candidatura della meloniana Carolina Varchi (l’ultima parola spetterà alla Meloni). A sostegno dell’ex rettore dell’ateneo palermitano, però, verrebbero in soccorso anche i renziani, visto che il senatore di Iv Davide Faraone ha deciso nei giorni scorsi di ritirarsi dalla corsa al Comune e di presentare una sua lista, ‘Popolari e riformisti’ (senza usare il nome ‘Italia viva’) per aiutare Lagalla a conquistare il capoluogo siciliano.
Di fatto, stando così le cose, il centrodestra risulterebbe diviso in due, con Cesa e Meloni da una parte e Carroccio-Fi più altri pezzi di centro dall’altra, e nello stesso tempo si configurerebbe di fatto un insolito asse tra renziani Udc e Fdi contro Salvini-Berlusconi. Sullo sfondo resta la battaglia sulla riconferma di Musumeci, auspicata da Meloni, ma non caldeggiata da tutta la Lega e osteggiata dall’ala forzista che fa capo a Miccichè.
Fonti di Fdi non commentano. Valgono le parole della Meloni alla presentazione della Conferenza programmatica del partito a Milano: ”Finchè possiamo, faremo degli sforszi di unità e, comunque, queste cose non si fanno da soli, bisogna essere in due. Noi faremo i nostri sforzi, altrimenti ognuno farà le sue scelte…”.