Il 28 settembre e il 12 ottobre si terra’ “una specie di elezione che non c’e’. Perche’ senza abolire le Province e’ stato abolito il voto dei cittadini”, un’elezione di secondo grado cui potranno partecipare solo gli amministratori, dicono gli azzurri che parlano di “pasticcio motivato dal fatto che si possano risparmiare 3,5 miliardi” mentre i dati indicano che la spesa potrebbe essere ridotta “solo di 32 milioni” pari al costo delle indennita’ eliminate. Sull’intera vicenda Province poi, ha ricordato Russo, pesano i ricorsi di Lombardia, Veneto, Campania e Puglia alla Corte costituzionale che si pronuncera’ il prossimo 24 febbraio con la possibilita’ di una dichiarazione di incostituzionalita’ della norma.
Di “particolare schizofrenia in materia elettorale del governo” parla Ignazio Abrignani. Salta il concetto di “election day, ci saranno elezioni a ritmo continuo”, osserva e fa l’esempio della Calabria: a Reggio Calabria si votera’ per il comune il 26 ottobre e, secondo le previsioni, osserva, nessuno vincera’ al primo turno. Dunque si tornera’ a votare il 9 novembre e poi ancora il 23 per la Regione. Il che “oltre a significare un costo incomprensibile per lo Stato portera’ disaffezione”. Le Province, prosegue Castelli, sono “private di risorse significative ma mantengono le loro funzioni”. Con la riforma c’e’ “il rischio che meta’ delle province residue vadano in dissesto e si passera’ dalle ’scuole sicure’ alle ’scuole fredde’” perche’ mancheranno le risorse per i riscaldamenti. E i problemi ” enormi sulle scuole superiori” si uniscono a quelli che riguarderanno le strade provinciali.
“Probabilmente l’obiettivo e’ gia’ raggiunto – attacca Cattaneo – i cittadini potranno scoprire nei prossimi 3 weekend che le Province esistono ancora, dopo che si e’ fatto passare il messaggio che erano state abolite. E’ stato fatto un grande pasticcio”, aggiunge e rilancia: “Forza Italia chiede che in un contesto cosi’ difficile almeno ci sia la legittimazione popolare del Presidente di Provincia che ha un ruolo di riferimento”. Forza Italia “rivendica il rapporto diretto con il cittadino come elemento cardine della democrazia”, osserva ancora e sottolinea che FI vuole “esserci fortemente negli Enti locali”. “Non sfugge – prosegue sulle elezioni – che questa e’ un’operazione politica per un ricambio degli amministratori. FI e il centrodestra, con una maggioranza di presidenti di provincia, rischia di andare in minoranza. C’e’ un meccanismo di voto per premiare di piu’ una parte che l’altra”, denuncia ancora e mette in guardia: “chi pensa che non diremo la nostra e non saremo parte attiva nel dettare la linea si sbaglia di grosso”.