“La presentabilità o impresentabilità da un punto di vista giuridico è quella che la legge prevede perché tutti i cittadini hanno diritto all’ elettorato attivo e passivo, salvo che non ci siano norme legislative che lo escludono e che sono sottoponibili anche ad una valutazione di legittimità costituzionale. La qualificazione inappropriata di impresentabili, come giudizio morale o di inopportunità, è altra cosa. Può essere singolare che avvenga nel corso di una competizione elettorale”. Ne parla con l’Adnkronos il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli che precisa: “Non può esserci sottrazione dell’elettorato sulla base di una inopportunità o di una valutazione che va al di là e al di fuori di una previsione legislativa, perché andrebbe a incidere sull’elettorato attivo e passivo”.
Mirabelli precisa che “il giudizio della Commissione parlamentare anti mafia deve essere espresso al momento della presentazione delle candidature o immediatamente dopo. Altrimenti interferisce con il diritto costituzionale all’elettorato attivo o passivo. Ma il punto nodale – rimarca ancora il costituzionalista – è la singolarità della incandidabilità non prevista dalla legge”. Secondo l’ex presidente della Corte costituzionale, “se impresentabile significa non candidabile, deve essere la legge a prevederlo. E la Commissione parlamentare antimafia non dovrebbe dare un giudizio di impresentabilità ma indicazioni per tempo su quelli che sono i procedimenti penali pendenti o l’esistenza di indagini in corso su tutti i candidati”.
L’intervento della Commissione alle amministrative invece “è stata un’azione politica a gamba tesa”, commenta Mirabelli. Margini di incostituzionalità? “Difficile pronunciare un giudizio di incostituzionalità rispetto a quello che è un atto politico, anche se attenzione, perché l’atto politico affermato a livello istituzionale lo possono fare le forze politiche non le istituzioni. Ed il rischio – ammonisce il presidente emerito – è che questa commissione diventi uno strumento inappropriato di lotta politica”.
(di Roberta Lanzara)