(Adnkronos) – “Noi abbiamo iniziato ad interloquire con Italia viva non appena è arrivata da Renzi l’intenzione di superare il bipolarismo. Siamo stati tra i primi ad esplorare la portata di un progetto di centro. Noi, che abbiamo un mondo di riferimento preciso legato fortemente a quel mondo cattolico finito nell’astensionismo oltre che a importanti gruppi laici, siamo consapevoli che una risposta di mero efficientismo tecnocratico non basta. Ci preoccupa infatti la troppa enfasi sul liberismo mentre è necessario oggi sviluppare politiche popolari e solidali, quelle politiche che hanno portato in tutta Europa ad una operazione condivisa sulla pandemia e sul Pnrr, in buona parte destinato al sud, fatto che questa destra cercherà di sovvertire”. Così Giancarlo Infante, coordinatore nazionale della segreteria del partito Insieme, spiega all’Adnkronos la posizione del partito di centro rispetto alla creazione del terzo polo.
“Il primo partito in Italia è quello delle povertà, delle povertà assolute e di tutte le altre, a partire da quelle che riguardano anche buona parte del ceto medio preoccupantemente in crescita; povertà fatte di mezzogiorno, giovani disoccupati, liberi professionisti vessati da norme, regolamenti e tasse. Noi ci aspetteremmo che una alternativa a destra e sinistra venisse da una proposta politica che si può sintetizzare in una agenda Draghi, ma piena di solidarietà. Se questo manca, è chiaro che continueremo a dare spazio sempre di più ai populismi di destra ed alla fumosità di una sinistra che ha perso la capacità di esprimere una tensione sociale e una giustizia sociale. Quindi: o Renzi e Calenda capiscono che è il momento di non limitarsi a fare un accordo elettorale, ma di mettere sul tavolo un’ipotesi organica di trasformazione del Paese, oppure faranno una cosa da 5%, che non servirà a nulla”.
“Questo terzo polo ha un senso, dando per scontata la condivisione della impronta fortemente europeista, se metterà in campo proposte credibili e sostenibili a favore del Mezzogiorno, del lavoro, della scuola e della famiglia. Temi che però – conclude – vanno affrontati ricercando il massimo di giustizia sociale possibile”. (di Roberta Lanzara)