“Il tema è che quando si propone un’agenda, si deve proporre un metodo per andare avanti. La politica è fatta di atti immediati e in visione. Se disegna solo l’emergenza, l’agenda Draghi non va oltre la punta del proprio naso”. Ai microfoni di iNews24, Sergio Costa commenta così l’agenda Draghi.
L’ex ministro dell’Ambiente, oggi candidato alle elezioni del 25 settembre con il Movimento 5 Stelle, torna anche sul nucleare: “Chiariamo una cosa: oggi stiamo parlando del nucleare a fissione, non a fusione. Quello a fissione produce scorie. Quindi chiedo a chi lo propone, dove voglia costruire le centrali e dove dove voglia mettere le scorie. In secondo luogo, l’Agenzia internazionale sul nucleare ha già definito che il nucleare a fusione non sarà disponibile prima del 2040, almeno secondo la tecnologia conosciuta oggi. Quindi noi stiamo immaginando di utilizzare il nucleare vecchio. E dove? Sotto casa dei cittadini? Tra l’altro per costruire il nucleare servono 15-20 anni: sarebbe pronto nel 2040, quando sarà vecchio perché ci sarà quello pulito”.
L’alternativa al nucleare, secondo Costa “sicuramente c’è in termini di investimenti. Bisogna cominciare a separare il prezzo del gas da quello delle rinnovabili e sviluppare le comunità energetiche. È chiaro che in questo modo non risolveremmo tutto il problema, ma la metà sì. In attesa delle nuove tecnologie, avremmo risolto il problema per le famiglie le piccole attività. Inoltre già questo basterebbe per affrontare il cambiamento climatico. Nel breve periodo, non è poco”.
Sulla decisione di Cingolani di abbassare di un grado i termosifoni e tenerli accesi un’ora in mezzo al giorno, l’ex ministro dell’Ambiente afferma: “Io stesso, da ex ministro dell’Ambiente, otto o nove mesi fa dissi che sarebbe stata una buona cosa ridurre di un grado la temperatura degli edifici pubblici e dei condomini, così come (tenere accesi i riscaldamenti ndr.) un’ora in meno. Quindi concordo il ministro Cingolani”.
Infine Costa commenta il “voto utile” proposto da Enrico Letta: “Io faccio parte di una compagine che ha deciso di correre da sola perché si è resa conto che nessuno oggi parla di diseguaglianze, povertà, precariato, ambiente e sanità. E mi domando quale sia il concetto di utile in politica. Per me è gestione del bene comune, ed è a favore di qualcuno. In Italia, lo dicono i dati Istat, ci sono 24 milioni di poveri e il Movimento 5 Stelle è l’unico che sta indicando un percorso per affrontare questa fragilità della nostra società. Con il massimo rispetto per Enrico Letta, per me questo è il concetto di utile: dare voce agli italiani in difficoltà”.
Max