(Adnkronos) – Elezioni comunali a Parma. Secondo la prima proiezione Consorzio Opinio Italia per Rai con una copertura del campione del 5% è avanti il candidato Michele Guerra, sostenuto dal centrosinistra e anche dalla lista Effetto Parma con Pizzarotti, al 45,6%, mentre il candidato di centrodestra Pietro Vignali è al 23,1%, il candidato Dario Costi (Civiltà Parmigiana, Un progetto di comunità, Ora con Dario Costi sindaco, Generazione Parma) è al 10,6%, il candidato Priamo Bocchi (FdI) è al 7,7%. Altri candidati sono al 13%.
“Si tratta di exit poll e quindi serve sempre prudenza, ma la forbice tra Guerra e il candidato di centrodestra Vignali è così ampia che possiamo dire che siamo decisamente avanti” avverte, parlando con l’Adnkronos, Federico Pizzarotti e guarda già al ballottaggio: “Ora comincia un’altra campagna elettorale e i temi saranno ancora più importanti, quindi si lavorerà molto sulla persona ma anche su quello che è stato in questi anni”. Dicono che Guerra sia il suo ‘delfino’. Insomma, l’era Pizzarotti non si è ancora chiusa? “Per carità, c’è soddisfazione ma ora la situazione è molto diversa, c’è una coalizione diversa che articolerà anche in modo diverso l’amministrazione. Noi ci siamo e ci saremo, ma inizia una nuova stagione per Parma e anche per me”.
Lei non si è ricandidato al comune, nel suo futuro ci sono le politiche del 2023? “Come ho sempre detto, il mio obiettivo è quello di continuare a vincere qui. Siamo usciti da un passato di debiti e soldi spesi male, quel passato non deve tornare e dobbiamo partire da questo per guardare al futuro”. Nel suo futuro c’è magari una candidatura nel collegio di Parma con il Pd? “E’ del tutto prematuro. Non ci sono accordi di sorta. Ma, come ha detto anche Enrico Letta quando è venuto qui, Parma può e deve continuare ad essere il laboratorio di un centrosinistra allargato che risulti vincente”.
Il campo largo del Pd con i 5 stelle non è andato benissimo, che ne pensa? “Che innanzitutto la somma algebrica non basta e poi il M5S è molto sopravvalutato, rischia di andare ampiamente sotto il 10%… Quindi non basta, servirà fare scelte diverse che prevedano un grande apporto del civismo e anche un ricambio non solo generazionale, ma anche di persone. Per quello dico che Parma può essere un modello locale e un laboratorio”.
Un laboratorio in cui i 5 Stelle non ci sono, però, visto a che a Parma non esistono più… “Dico solo che il candidato sindaco dei 5 Stelle del 2017 è diventato un esponente dei No vax, per dire la deriva presa del Movimento. I 5 Stelle devono tornare a darsi un’identità, una chiarezza interna senza stare solo dietro all’inerzia sondaggistica. Nei territori non c’è più nulla. Occorre un ragionamento esplicito di Pd, M5S e tutti gli altri”. E in questo quadro che ruolo avrà Pizzarotti? “Al momento c’è la produzioni di liquori. Nocino, prevalentemente. Ho già piantato 500 piante e ne pianterò altre 2000. E poi da settembre, ottobre quando magari si capirà con quale legge elettorale si voterà nel 2023, quando cominceranno i giochi non farò mancare, se ci sarà la possibilità, il mio impegno”.