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Elezioni: come ‘da tradizone’, anziché “dire cose di sinistra” (poche), Letta preferisce attaccare la Meloni

Era il ‘lontano’ 1988 quando, in un passaggio del bellissimo ‘Aprile’, assistendo attraverso la tv ad un comizio Nanni Moretti incitava Massimo D’Alema a dire “qualcosa di sinistra”!

Una speranza, negli anni a seguire, puntualmente ‘tradita’ dalla sinistra che, in occasione di ogni campagna elettorale, piuttosto che proporre programmi od iniziative a carattere ‘sociale’, altro non ha fatto che attaccare i rivali della destra, paventando catastrofi od improbabili  ‘marce su Roma’. Fatto sta che poi, una volta raggiunto il Parlamento, questi ‘attenti guardiani del presunto ‘ordine pubblico nazionale’, complici improbabili alleanze elettorali, di pratico e costruttivo, soprattutto per i più poveri, non hanno mai fatto nulla.

Letta: “O vince l’Europa comunitaria o quella dei nazionalismi, la scelta è fra noi e Meloni”

Dunque, con questa premessa, dopo tre anni trascorsi al governo all’insegna del nulla, fissata la data delle imminenti politiche, anche Letta, ‘fedele alle tradizioni’, piuttosto che spiegare cosa ha da proporre il Pd, reitera il solito refrain, ‘avvertendo’ gli italiani cheIl voto darà un risultato chiaro e andrà in una direzione o nell’altra, il pareggio non è contemplato. O vince l’Europa comunitaria o quella dei nazionalismi“, dunque (come a dire “vi avevo avvertito”), il segretario dem ha ribadito che “la scelta è fra noi e Meloni“.

Letta: “Mai come questa volta nel Paese è in gioco il futuro della società italiana e di milioni di giovani”

Ed ancora, non spiegando il principio che anima la politica sociale del Pd, Letta attacca: “Sui diritti c’è la differenza più grande tra noi e loro“. Poi l’affonda ‘ad effetto’ (per modo di dire), “Mai come questa volta nel Paese è in gioco il futuro della società italiana e di milioni di giovani che vogliono vivere in una società in cui si è liberi“.

Letta: “Se non convinciamo una parte di elettori che hanno votato Fi, sarà difficile giocarsela con gli astensionisti”

E, tanto per ‘attenersi’ allo stile dem, ancora una volta Letta prende ad esempio – negativo – ciò che secondo la sua visione, accade sull’altra sponda: “a destra hanno litigato così tanto che nel caso in cui, e non accadrà, vincessero le elezioni durerebbero un mese. Con Forza Italia abbiamo lavorato bene anche a livello europeo, poi c’è stata la decisione di sciogliersi nella Lega, un punto di non ritorno per future collaborazioni con loro. Ma se non convinciamo una parte di elettori che hanno votato lì sarà difficile giocarsela con gli astensionisti“.

Letta: “La prossima legislatura sia quella del lavoro, si riprenda un percorso costruttivo per consentire al lavoro di essere al centro”

Poi, esaurito il solito repertorio, il segretario del Pd ‘abbozza’ qualcosa – poche righe – circa la politica che intende perseguire: “La prossima legislatura sia quella del lavoro, si riprenda un percorso costruttivo per consentire al lavoro di essere al centro. Il Paese deve premiare e incentivare il lavoro, per i più giovani“.

Letta: “Nessun pentimento, il Pd con scelte intelligenti accompagnando l’evoluzione del M5S ha contribuito alla nascita del governo Draghi”

Quindi il capitolo ‘alleanze’, e qui la faccenda si fa seria perché, oltre al fatto che il M5s di oggi (complice la fuga dei ‘dimaiani’), non rappresenta più la forza di un tempo, c’è da dire che la maggior parte dell’elettorato del Pd ha già espresso il proprio dissenso nei confronti del Movimento guidato da Conte. E Letta, ben conoscendo le complicate dinamiche elettorali (servono i numeri), preferisce comunque tenersi ‘leggero’: “Per tre anni abbiamo servito il Paese. Se non fosse stato il lavoro con i 5 Stelle non ci sarebbe stato il governo Draghi. Nessun pentimento, quello che ha fatto il Pd con scelte intelligenti accompagnando l’evoluzione del M5S ha contribuito alla nascita del governo Draghi. Il Conte bis ha aiutato il Paese a uscire dalla pandemia e ha trattato e ottenuto Next generation Ue“.

Letta: “Con il M5s? A chi ha la tentazione di dire ripensiamoci, invito a guardare cosa pensano i nostri elettori, il giudizio è lapidario”

Ed ancora: “Sul M5S ho detto nessun pentimento per il lavoro fatto insieme, con molti di loro questo lavoro continua nei territori ed è giusto”. Inevitabile però l’evidenza dei fatti: “Ma a chi ha la tentazione di dire ripensiamoci, invito a guardare cosa pensano i nostri elettori, il giudizio è lapidario” .

Letta: “La premiership? A chi affila le armi dico che a Palazzo Chigi si va perché gli elettori ti spingono lì e il Parlamento ti vota”

Altro tema che ‘appassiona’ tutti i leader in corsa, e che tutti ‘fingono’ però di non considerare, a vantaggio dell’affermazione della propria lista, anche il segretario dem commenta che “Quanto alla discussione sulla premiership è stata surreale, nella giornata di ieri. A chi affila le armi dico che a Palazzo Chigi si va perché gli elettori ti spingono lì e il Parlamento ti vota. Io vorrei derubricare questa assurda discussione e dire che, se volete, assumo completamente il ruolo di front runner della nostra lista“.

Letta: “L’obiettivo è l’Italia democratica e progressista, questo è il brand che dobbiamo lanciare”

Quindi Letta in direzione (dove, fra gli applausi e qualche lacrima è stato ricordato il buon David Sassoli), ha poi proposto “una partecipazione alle elezioni centrata sulla nostra lista, del Pd, aperta ed espansiva, soprattutto a chi ha condiviso il progetto delle Agorà, penso ad Articolo 1 e Demos. Questa lista sarà il cuore del nostro progetto. L’obiettivo è l’Italia democratica e progressista, questo è il brand che dobbiamo lanciare e la nostra campagna presenterà il progetto Italia 2027“.

Letta: “Dobbiamo parlare e verificare se possono essere stipulate alleanze meramente elettorali, questa legge non è il Mattarellum”

Insomma, ha poi riassunto il segretario del Pd facendo il punto della situazione, tornando a bomba su quello che è ‘il nocciolo della questione’: “Al di fuori del trio dell’irresponsabilità dobbiamo parlare e verificare se possono essere stipulate alleanze meramente elettorali. Perché questa legge non è il Mattarellum, non porta a coalizioni ma solo ad alleanze elettorali“.

Letta: “Oggi non è più come quando c’erano decine di posti da distribuire, tutti abbiamo chiaro cosa vuol dire…”

Sulle candidature: “Il taglio dei parlamentari è passato totalmente in cavalleria. Oggi non è più come quando c’erano decine di posti da distribuire, tutti abbiamo chiaro cosa vuol dire. Tutti dovete pensare a come dare una mano e non essere un problema. E’ evidente che se ognuno di voi si approccia pensando a come possa essere utile piuttosto che pensando ‘ora pianto un chiodo’ sappiamo che c’è differenza e possiamo passare tre settimane senza far volare stracci. Ci chiedo uno sforzo“.

Letta: “Io ho avuto la fortuna di non partecipare alla Direzione nazionale che ha approvato le liste”

E ‘smarcandosi’, Letta spiega che “Io ho avuto la fortuna di non partecipare alla Direzione nazionale che ha approvato le liste, farò di tutto perché non sia così, perché si arrivi a quel momento sapendo che tutti i nodi saranno sciolti non in una logica di interessi personali, non candidare miei amici ma perché insieme si ragionerà per andare a vincere quei collegi“, e puntualizza: “la legge uomo donna si applica, non venite a chiedermi cose che non si possono fare“.

Letta: “Ci sono 30 collegi al Senato e 60 alla Camera da cui dipenderanno le elezioni. Siamo sotto di 5-8 punti, dobbiamo scegliere il candidato giusto”

A conti fatti, ha spiegato il segretario, “Ci sono 30 collegi al Senato e 60 alla Camera da cui dipenderanno le elezioni. Siamo sotto di 5-6-7-8 punti, dobbiamo scegliere il candidato giusto. E la gente va a vedere se c’è il paracadute oppure no… Il 2 agosto terminerà il lavoro istruttorio dei segretari regionali” sulle liste e “tra il 9 e l’11 agosto convocheremo una Direzione nazionale e andremo alla chiusura delle scelte“.

Max

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Max Tamanti