(Adnkronos) – Il Governo consenta la raccolta di firme digitali per la presentazione di liste elettorali o cordata per invalidare le elezioni. Marco Cappato rilancia attraverso l’Adnkronos la battaglia per la raccolta di firme digitali e ricorda: “Abbiamo scritto a Draghi lunedì scorso una lettera aperta, chiedendo l’ammissione della raccolta firme per via telematica. Virginia Fiume, presidente di Eumans, è in sciopero della fame da 4 giorni. Stiamo lottando su questo obiettivo per ridurre una discriminazione: chi non è in Parlamento deve raccogliere le firme; chi non è in Parlamento non può coalizzarsi. Così fatte, queste elezioni sono illegali: impediscono ai partiti non rappresentati in Parlamento di stringere degli accordi elettorali; gli impongono la raccolta di firme cartacea per partecipare all’agone elettorale, vietando quella in forma telematica; tutelano da un onere complicatissimo da realizzare ad agosto i partiti già esistenti in Parlamento”.
“Le norme in vigore – prosegue – applicano quindi una logica completamente sbagliata che consente a chi è dentro di non dover dimostrare di esistere. E di poter godere di un diritto acquisito contro ogni ratio, “ribaltato rispetto alla realtà delle cose”. “Mentre è proprio il contrario – fa notare Cappato – Se tu sei già dentro hai il privilegio di essere dentro, hai centinaia di migliaia di euro di assistenti, di portaborse, di strutture… quindi a maggior ragione mi devi dimostrare di esistere ancora. E’ evidente che quelle in vigore sono regole fatte a posta per l’autoprotezione del ceto politico esistente – denuncia – Sono norme che si sono fatti da soli. Forza Italia con una legge del genere nel 1994 non avrebbe potuto presentari alle elezioni e fare accordi con Bossi o An di Fini e noi saremmo ancora con la Dc, il Psi e così via…. Ma una democrazia – rileva – dovrebbe essere fatta di ricambio dei progetti. Non è che siccome avevi un progetto 5 anni fa allora hai diritto che ci sia ancora solo il tuo di programma. Ma che ragionamento è?”.
“Noi – ricorda – le firme sappiamo raccoglierle come abbiamo dimostrato per il referendum. Stiamo adesso lavorando ad adattare il software già usato nella campagna referendaria per le elezioni in modo da avviare la raccolta firme digitali. Confidiamo nel frattempo in un intervento del Governo per la legittimazione di questa modalità di raccolta, ma se ciò non avvenisse, se fossimo esclusi a causa di regole incostituzionali dalla competizione elettorale con la lista Democrazia e referendum, faremo ricorso sia in organismi interni che in sedi internazionali e ci uniremo a chiunque condivida questa battaglia”, conclude. (Roberta Lanzara)