(Adnkronos) – Elezioni 2024, le europee e il puzzle delle alleanze delle regionali hanno un po’ oscurato il capitolo delle comunali. Di solito, scrive oggi il Sole 24 Ore è, invece, “l’appuntamento “più partecipato dagli elettori, e soprattutto quest’anno configura un turno dalle dimensioni imponenti”.
Alle urne, che si apriranno sabato 8 e domenica 9 giugno in contemporanea con le europee e le altre amministrative, scrive il quotidiano economico finanziario, “andranno infatti 3.697 Comuni, cioè il 46,8% dei 7.899 municipi presenti oggi nel Paese”. “Sul piano geografico, il rinnovamento amministrativo più consistente riguarda la Toscana, dove va a votare il 62% dei Comuni (184, dei quali 34 con più di 15mila abitanti e quindi interessati all’eventuale ballottaggio se nessuno conquista al primo turno la maggioranza assoluta) a partire da Firenze. La maggioranza di giunte e consigli locali è arrivata a fine corsa anche in Emilia-Romagna, Umbria e Molise (tutte e tre sono caratterizzate da una quota di enti al rinnovo tra il 57 e il 58%), mentre Piemonte, Lombardia e Marche attendono il voto in più di quattro Comuni su 10”.
“Le campagne elettorali locali saranno invece meno intense in larga parte del Centro-Sud, dalla Calabria alla Puglia, dalla Campania al Lazio – scrive il Sole 24 Ore -, dove i seggi saranno aperti in meno di un quarto dei Comuni, e molto saltuarie nei territori autonomi del Trentino Alto Adige e soprattutto della Valle d’Aosta, dove va a votare solo il piccolo Comune di Jovencan (poco più di 700 abitanti alle porte del capoluogo). Sul piano politico, la scena sarà dominata in particolare da Firenze e da Bari, ma per certi versi il prossimo è il turno elettorale delle città medie”.
“Nella fascia compresa fra 100mila e 250mila abitanti ci sono in Italia 32 città, e vanno al voto in 24, cioè il 75 per cento. I capoluoghi che stanno scaldando la macchina elettorale sono 27, e lì il contatore parte da 15 a 12 per il centrosinistra, intendendosi per tale quel campo largo la cui esistenza (insieme ai suoi confini reali) saranno messi alla prova sul campo per la prima volta appunto a giugno”.
“Circa 3.500 Comuni, dunque quasi il 95% di quelli chiamati al voto, non arrivano a 15mila abitanti quindi giocheranno in un turno unico le sfide di giugno. Sotto i 10mila residenti, dove la politica locale si sviluppa in genere per liste civiche formalmente e spesso anche sostanzialmente lontane dai partiti, si va a votare in 3.281 Comuni, il 49 per cento del totale”.
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