(Adnkronos) – Lo strappo di Calenda fa salire alle stelle la tensione nel campo progressista. Che vede scendere dal treno in corsa della coalizione il leader di Azione, ma la decisione “più difficile della mia vita politica” come l’ha definita lo stesso Calenda, sembra far tirare un sospiro di sollievo dagli ex azzurri, passati con Azione dopo la non fiducia a Draghi del partito di Berlusconi. La più netta è la ministra per il Sud, Mara Carfagna: “Avanti con Azione! Sarà una battaglia rischiosa ma bellissima: quella per ricostruire in Italia un polo liberale e moderato che non sia schiavo di sovranisti e populisti. Finalmente!”, scrive su Twitter.
Per la collega Mariastella Gelmini “grazie al coraggio di Carlo Calenda da oggi l’Italia, tra la sinistra di Fratoianni e la destra filo Orbàn, avrà una proposta popolare, liberale e riformista, che guarda al metodo Draghi e mette il bene del Paese prima di qualsiasi calcolo elettorale. Forza Carlo, avanti insieme”, è il cinguettio della ministra per gli Affari regionali. Resta per ora in silenzio il ministro della Pa, Renato Brunetta, anche lui uscito da Fi: “No comment, no comment”, sono le uniche parole all’AdnKronos che gli chiede se cambia ora la sua posizione.
“Non avevo dubbi, siamo liberi – dice sempre via social il senatore Andrea Cangini – . Liberi di essere noi stessi e di avanzare proposte concrete e realistiche affrancati da due poli tenuti insieme dal solo interesse elettorale e dominati dalla demagogia: la demagogia di destra e la demagogia di sinistra”.