(Adnkronos) – Giorgia Meloni è la protagonista indiscussa della campagna elettorale e occupa quasi il 50% del dibattito sui social (46,5%) con un’audience di 32,8 milioni su 70,76. La presidente di Fratelli d’Italia raccoglie il triplo di menzioni social rispetto a Matteo Salvini ed Enrico Letta. Risultano staccati tutti gli altri competitors. Dopo la pausa di Ferragosto, in cui gli italiani avevano dato maggiore risalto alle vacanze e al caro bollette, nella settimana 22-28 agosto 2022 la campagna elettorale entra nel vivo facendo registrare un forte incremento di conversazioni e interazioni per i principali leader e definendo anche una prima polarizzazione Letta-Meloni.
In forte calo è l’attenzione su Carlo Calenda nonostante sia il leader con il più alto numero di post sui social per la quarta settimana di consecutiva. Sono alcuni dati del monitoraggio Leader & Social di Telpress Italia, realizzato con Mediascope, la piattaforma proprietaria di web e social listening. Leader & Social è l’analisi basata sul monitoraggio continuo dei principali social network con l’obiettivo di offrire una panoramica aggiornata in tempo reale sulle interazioni dei principali vertici dei partiti e su quello che gli stessi scrivono attraverso i loro profili social.
Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono i politici con i picchi di presenza social più alti nel periodo analizzato: la leader Fdi lo raggiunge lunedì 22 agosto con la pubblicazione del video dello stupro di Piacenza, mentre il segretario della Lega il giorno dopo parlando di sicurezza e paragonando Riccione a Marsiglia.
Se si analizza, invece, lo scenario dal punto di vista dei leader anche questa settimana Salvini si conferma il leader con l’audience maggiore (55,8 milioni di impression), seguono Giorgia Meloni (49,4) e Giuseppe Conte (42,9). Solo 5° Enrico Letta con 8,5 milioni di impression. La campagna lanciata dal Pd suscita interesse e qualche ilarità per il post su pancetta e guanciale ma non sfonda. Incrementi percentuali significativi per Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio, Matteo Renzi e Carlo Calenda.