(Adnkronos) – “E’ arrivato il momento di non turarsi più il naso e di respirare a pieni polmoni aria di libertà, il 25 settembre non ci sarà più “l’italia che vuole la sinistra. “Sta per finire l’Italia circolo del golf Capalbio”. In piazza del Popolo, Giorgia Meloni parla per ultima e si prende la scena nella sua Roma. Nel comizio finale del centrodestra unito, con i tre leader di nuovo assieme sul palco – lei, Berlusconi e Salvini – dopo l’ultima volta in Emilia, a Ravenna, per la chiusura delle regionali nel gennaio del 2019.
La leader di Fdi parla per circa 40 minuti, doppiando Berlusconi (visibilmente affaticato e aiutato a salire sul palco) e Matteo Salvini, che si concedono alla piazza, piena con qualche spazio vuoto, per circa 20 minuti a testa. Le parole della leader di via della Scrofa suonano come un avviso di sfratto per Letta e co. Non a caso la sfida arriva sul tema delle riforme costituzionali: “Se gli italiani ci aiutano e abbiamo i numeri – scandisce – siamo pronti a fare il presidenzialismo comunque, anche senza l’opposizione”.
Berlusconi ripercorre la sua carriera, “quando abbiamo fermato i comunisti”, rivendicando di avere fondato il centrodestra. “Noi uniti siamo la maggioranza vera e naturale degli italiani. In ogni turno elettorale abbiamo avuto sempre la stessa risposta: “L’italia non vuole essere governata dalla sinistra”. Poi si congederà con un invito a dire “tutti viva Giorgia, viva Fdi e viva Salvini e la Lega”. Una sorta di benedizione ai due 40enni che sono con lui.
Salvini si concentra sui temi comuni: nessuno vuole tirare fuori temi divisivi, e così il leader della Lega resta sul vago per il caro bollette: “Faremo un decreto”, dice, ma non fornisce cifre, né parla di scostamento. Parola che Meloni non ha mai gradito. Mano libera e applausi incassa sul tema dei migranti, e nel ribadire che l’Italia, guidata dall’alleanza, non vuole condizionamenti dalle cancellerie estere, “da Parigi, da Berlino e Bruxelles”.
Il leader della Lega affronta il tema del caro bollette, insistendo con un intervento urgente per bloccare i rincari, chiarendo che toccherebbe a queto governo, “ma se non lo faranno ora lo faremo con un decreto del prossimo governo di centrodestra”. Poi si rivolge agli alleati per chiedere ”la cancellazione del canone Rai”, un passaggio salutato dal boato della piazza e da centinaia di cartelli ”stop canone”.
“Via il canone Rai dalla bolletta e dalle tasse dei cittadini italiani. Se Fazio vuole fare i comizi, se li paga di tasca sua”, dice. “Basta col dazio dei 90 euro di canone Rai”, attacca. “Basta il canone pagato per far fare comizi a pseudo intellettuali di sinistra”. ”Governeremo insieme per cinque anni” garantisce Salvini, che torna ai suoi cavalli di battaglia tradizionali (controllo dei confini, flat tax, quota41 per cancellare la Fornero, no alla droga, sì alla natalità, stop sbarchi), non facendo però alcun riferimento al tema dell’Autonomia.