(Adnkronos) – Il confronto di ieri con Giorgia Meloni “dimostra che non ci saranno inciuci, ci sono talmente tante differenze che non è possibile immaginare convergenze dopo il voto”. Così Enrico Letta ad Agorà su Rai1, aggiungendo di essere “molto contento di come è andato il confronto. La decisione dell’Agcom è stata tremebonda, ha privato gli elettori della possibilità di ascoltare e ieri ad esempio è stato chiaro che sia io che Meloni escludiamo un governo di larghe intese. Siamo entrati nel merito su tante cose e credo sia stato utile”.
Sempre sul tema della larghe intese Letta ha spiegato che “Orlando non ha detto una cosa così originale, ma se mi chiedono ‘dialogate più facilmente con Salvini e Meloni o con Conte e Calenda’, la risposta è ovvia. Qualunque forma di dialogo dopo avrà più facilità con Conte e Calenda”. Tuttavia, ribadisce “ora il voto è tra noi o il centrodestra. Fino al 25 settembre siamo concentrati su noi stessi poi dal 26 settembre sul dialogo si vedrà”.
“Calenda dice ogni minuto tutto il contrario di tutto, ormai non gli sto più dietro. Attacca il Pd ma io sono concentrato sulle nostre proposte e sulla nostra campagna tra i cittadini”. Quanto a Salvini, “ha detto diamo pieni poteri al governo Draghi dopo averlo fatto cadere. Ci sono contraddizioni grottesche in questa campagna elettorale”.
Sull’intervista a Michele Emiliano, il segretario dem sottolinea: “Il Fatto quotidiano tira acqua a suo mulino essendo organo ufficiale dei 5 Stelle. Hanno avuto sempre consensi alti al Sud ma quello che a noi risulta è che i 5 Stelle tolgono voti alla destra e non a noi nel Mezzogiorno. Negli ultimi anni Salvini ha avuto tanti voti al Sud e Salvini si è candidato in Puglia ma la Lega è tornata a dare messaggi contro il Mezzogiorno” a partire dalla “rinegoziazione del Pnrr”.