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    Elezioni 2022, la corsa sui giovani: i piani di FdI e Pd a confronto

    (Adnkronos) – A poco più di venti giorni dalle elezioni politiche 2022, visti i sondaggi e considerata la quota ancora alta di indecisi, tutti i partiti guardano ai giovani, categoria ampia e variabile nelle dimensione secondo le diverse interpretazioni, per allargare il proprio consenso. Il tema è centrale, da qualsiasi punto di vista lo si guardi: politico, economico, sociale. I giovani sono voti a disposizione ma sono, soprattutto, la fetta della popolazione su cui investire per il futuro del Paese. Mettendo a confronto i piani dei due partiti più accreditati dai sondaggi, Fdi e Pd, si evidenziano due impostazioni diverse, declinate nelle parole e nelle proposte che si rivolgono agli elettori.  

    Da una parte un ‘Largo ai giovani’ che punta molto sulla protezione, con la “promozione di stili di vita sani per contrastare il disagio e le devianze”. Dall’altra, la parola chiave è ‘autonomia’, che significa principalmente “libertà di realizzarsi nella vita e nella professione”.  

    Largo ai giovani, il piano di FdI. Nel programma ‘Pronti a risollevare l’Italia’, il partito di Giorgia Meloni dedica un capitolo ad hoc al tema: ‘Largo ai giovani’. Partendo da una premessa. “Le nuove generazioni rappresentano il futuro della nostra Nazione: investire sulle politiche per i giovani significa liberare nuove energie, aprirsi all’innovazione, coltivare talenti, produrre sviluppo. Insomma significa costruire il nostro futuro”. Poi seguono una serie di punti chiave. “Istituzione del ‘diritto allo sport, all’arte e alla cultura’: ogni giovane deve avere la possibilità di accedere a qualsiasi disciplina artistica e sportiva, anche con sostegni diretti. Programmare investimenti sugli impianti sportivi di nuova generazione, per ogni disciplina. Aree attrezzate per fare sport nei parchi in tutti i Comuni italiani. Creare strutture dove praticare agevolmente musica, arte, teatro, danza. La scuola deve diventare il centro nevralgico del territorio e della sua comunità, anello di congiunzione tra famiglie e istituzioni, con aperture pomeridiane e sinergia con gli enti del Terzo settore per ampliare l’offerta culturale e sportiva. Istituzione di borse di studio per meriti sportivi e artistici”. Segue un passaggio che durante la campagna elettorale è stato più volte riproposto. E’ quello che richiama di più il concetto di protezione. “Promozione di stili di vita sani per contrastare il disagio e le devianze giovanili, come droga, alcolismo, gioco d’azzardo patologico, bullismo e la diffusione delle baby gang. Lotta senza quartiere ai trafficanti e agli spacciatori di sostanze stupefacenti. Campagna di informazione e prevenzione sul consumo di alcol e droghe e sulle malattie sessualmente trasmissibili. Programma di recupero dalle dipendenze patologiche, anche in collaborazione con il circuito delle comunità terapeutiche”. Quindi, la proposta sul piano del lavoro. “Debellare la piaga della disoccupazione giovanile: zero tasse per i primi tre anni per i giovani under 30 che si mettono in proprio e incentivi alle aziende che assumono i ragazzi. Potenziamento del sistema degli incubatori d’impresa per le startup costituite da giovani, garantendo spazi, servizi, sostegno e consulenze adeguate a costo zero per la fase di avvio. Potenziamento dei fondi per l’autoimprenditorialità giovanile e snellimento delle procedure d’accesso. Rafforzamento del Fondo di garanzia statale per il mutuo sulla prima casa delle giovani coppie e riduzione delle imposte sull’acquisto della prima casa. Favorire e sostenere esperienze all’estero dei giovani italiani”. Infine, il capitolo della partecipazione. “Rafforzamento della cittadinanza attiva attraverso la promozione e l’incentivo della formazione di primo soccorso, della protezione civile, antincendio, della difesa del territorio e della sicurezza stradale. Valutazione dell’impatto generazionale delle leggi e degli interventi pubblici, per poterne verificare la sostenibilità e mettere ‘in sicurezza’ il futuro dei giovani italiani”. 

    Il piano del Pd, parola chiave ‘autonomia’. La prima proposta, anche questa più volte rilanciata in queste settimane, è la “dotazione di 10.000 euro, erogata al compimento dei 18 anni sulla base dell’Isee familiare, per coprire le spese relative alla casa, all’istruzione e all’avvio di un’attività lavorativa. I costi di questa misura saranno prevalentemente coperti dagli introiti aggiuntivi derivanti dalla modifica dell’aliquota dell’imposta sulle successioni e donazioni superiori ai 5 milioni di euro (pari allo 0,2% del totale delle eredità e donazioni in Italia)”. Poi, il nodo dell’accesso al mondo del lavoro. “Mai più stage gratuiti. Il Pd propone di rendere l’apprendistato il principale strumento di ingresso nel mercato del lavoro e prevederemo l’abolizione degli stage extra-curriculari salvo quelli attivati nei 12 mesi successivi alla conclusione di un percorso di studi, comunque retribuiti e della durata massima di 12 mesi, così da assicurare che lo strumento torni a rappresentare un’occasione di formazione (e non più di lavoro mascherato e sottopagato, come spesso accade ora)”. Ancora, “i tirocini che siano effettivamente parte integrante dei curricula di studi (curriculari) devono avere durata limitata, prevedere rigidi controlli su eventuali abusi e sulla sicurezza e adeguate forme di rimborso delle spese effettivamente sostenute (attraverso l’istituzione di un Fondo dedicato presso il Ministero dell’Istruzione)”. Sempre guardando al mercato del lavoro, “azzeramento dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani fino a 35 anni ed elimineremo le forme contrattuali atipiche e precarie”. Ed ancora “il sostegno alle ragazze e ai ragazzi nel percorso per uscire di casa prima, potenziando il Fondo di garanzia mutui per la prima casa e introducendo un contributo affitti di 2.000 euro per studenti e lavoratori (under 35) in base al reddito”. Poi una serie misure di prospettiva. “Pensione di garanzia, che stanzi fin da subito le risorse necessarie a garantire una pensione dignitosa a chi ha carriere lavorative discontinue e precarie. Miglioramento dell’Assegno unico e universale per i figli a carico, potenziando le clausole di salvaguardia, in particolare per le persone con disabilità e le famiglie con figli disabili, e rivedendo il peso della prima casa nel calcolo dell’Isee utilizzato per l’Assegno unico medesimo”. In casa Pd, il tema della partecipazione viene interpretato con un’altra proposta che fa discutere, da tempo. “Rafforzamento della partecipazione delle ragazze e dei ragazzi alla vita politica del Paese, abbassando l’età del voto a 16 anni e promuovendo l’adozione – già proposta dal Pd nel corso di questa legislatura, e non approvata a causa della sua interruzione anticipata – di una nuova legge per il voto fuorisede, rispettando i principi di integrità, segretezza e libertà del voto”. (di Fabio Insenga)