(Adnkronos) –
“Chi vedrei come prossimo ministro della Salute? Anthony Fauci”. Risponde all’Adnkronos Salute con “una battuta” Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, alla domanda su chi avrebbe il profilo ideale per guidare il dicastero dedicato alla sanità. E se fosse l’infettivologo a ricevere lui stesso la proposta di vestire i panni di ministro tecnico? “Ognuno deve avere cognizione di quello che sa fare. Francamente io non ritengo di essere la scelta migliore per una cosa di questo genere”, sorride ‘autoescludendosi’ di fatto. “Però ci sono scelte molto peggiori che si stanno a candidare”, aggiunge.
Tecnico o politico? E’ il dilemma che si pone spesso quando si pensa al ministro della Salute. “Vorrei una persona attenta, competente e capace, che non pretenda di gestire i problemi secondo le esigenze di una campagna elettorale – risponde Galli – Una persona con queste caratteristiche al ministero è una buona cosa, ma ricordiamoci che comunque la salute è nelle mani delle Regioni in larga misura e i recenti accadimenti hanno dimostrato che siamo piuttosto lontani dalle efficienze necessarie”, fa notare lo specialista. Quando parla di candidati improbabili per il ruolo di ministro della Salute, l’infettivologo precisa: “Non mi riferisco a nessuno in particolare. Ma se si va a risalire nella storia, non è che la posizione del ministro della Salute sia sempre stata coperta da persone di competenza. Anzi devo dire che le persone competenti sono state una minoranza. Talvolta anche fra i tecnici”.
Ma l’esperto spezza una lancia in favore di Roberto Speranza: “Se posso dire – ammette – io ho stima e considerazione per Speranza e per quello che ha fatto. Questo lo dico perché non ci siano dubbi sul fatto che non sto dicendo nulla contro di lui. Così come, sulle capacità di svolgere quelle funzioni, ho avuto stima di altri che hanno fatto il ministro della Salute prima di lui. Ma non di tutti. Mi stupisco poi della convinzione che molte persone hanno di essere in grado di fare cose che ritengo non semplici”, prosegue. “E mi stupisco che, con l’idea di essere gli eletti del popolo, persone che non hanno nessuna preparazione scientifica e possiedono un curriculum studiorum agghiacciante si candidino a essere presidenti del Consiglio. Vedo il rischio di essere portati a scelte mirate molto verso il basso”.
Speranza è convinto che Meloni e Salvini ‘facciano l’occhiolino’ ai no-vax e chiede che venga garantito da ogni forza politica che non ci saranno arretramenti sulla campagna vaccinale anti-Covid. Un timore condiviso da Galli? “Io credo solo che se il virus avesse la capacità di ragionare, avrebbe fatto una festa con la caduta del governo Draghi. Questo posso rispondere. Io personalmente non sono in campagna elettorale – precisa il medico – e non so che cosa farà la destra piuttosto che un’altra forza politica. Mi auguro che chiunque vada al potere sappia che la storia di Covid non è finita e che questa cosa va gestita nelle condizioni migliori possibili. E altrettanto mi auguro che si tenga presente che è necessario cambiare in maniera radicale l’organizzazione sanitaria di questo Paese”.
“Nessuno tranne pochi credeva che sarebbe accaduto quello che è accaduto con la pandemia – conclude Galli – La differenza fra un politico comune e uno statista è che il politico pensa in una sfera di azioni e reazioni che riguardano l’arco di mesi, non un futuro a lungo raggio. Uno statista ha invece l’occhio su quello che potrebbe accadere molto tempo dopo. In quest’ottica, per alcuni è meglio mettere sotto il tappeto anche possibili evidenze e allarmi sperando che non succeda nulla mentre sono loro in sella. Ora tocca che qualcuno invece pensi al futuro. Anche del mondo”.