(Adnkronos) – E’ ormai scontro frontale tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi, impegnati in una campagna elettorale contraddistinta dai frequenti botta e risposta tra i due e dai toni decisamente alti. Miccia dell’ultimo round è ancora una volta il reddito di cittadinanza, inviso al leader di Italia Viva e difeso con le unghie e con i denti dal numero uno M5S. A partire per primo nella giornata di ieri, dalla Sicilia dove è impegnato in una serie di comizi, è Conte con l’invito a Renzi di andare a parlare al Sud di rdc, ma “senza scorta”. Un invito che l’ex Pd non ha evidentemente apprezzato.
“Siamo in una fase in cui avremmo dovuto fare tutto tranne che una campagna elettorale e ci siamo perché Conte ha pensato che se si andava voto ora, salvava la pelle e sta facendo una campagna non solo populista ma clientelare sul reddito di cittadinanza”, la replica di Renzi, che attacca: “Sapete cosa ha detto oggi a Palermo? Ha detto ‘Renzi venga senza scorta’ a parlare del reddito di cittadinanza. Cosa stai facendo Conte? Minacci la violenza fisica? Ti devi vergognare, sei un mezzo uomo, abbi il coraggio di fare un confronto civile. Questo è linguaggio mafioso”, le parole del leader Iv.
Pronta la replica di Conte: “L’unica vera minaccia è quella che Renzi rivolge ogni giorno verso chi è in gravi difficoltà economiche e non arriva neppure a metà mese”. E ancora: “Renzi la smetta con le furbizie e non stravolga le cose. Non scambi per un invito alla violenza l’appello che gli rinnovo: si confronti senza filtri con il mondo reale e ascolti la voce di chi non ha niente”.
“Renzi parla di vergogna. Ma se non si vergogna lui, senatore della Repubblica, che si è fatto pagare dagli arabi e ha fatto una marchetta sul Rinascimento Saudita, possono vergognarsi le persone che prendono il reddito di cittadinanza? Lui prende 500 euro al giorno”, ha poi attaccato nuovamente ad Agrigento. Poi, parlando ai cittadini, Conte ribadisce il concetto: “Secondo voi, tutte queste persone che applaudono prendono tutte il reddito di cittadinanza? Renzi deve fare una cosa, venga, finalmente senza scorta, in mezzo alla gente a parlare, ad esporre le sue idee. Venga a dire che in Italia non occorre un sistema di protezione sociale. Venga a dirlo – l’invito – e non si nasconda”.