(Adnkronos) – Questa volta le attese della vigilia vengono sostanzialmente rispettate. Con un dato innegabile e senza discussioni:
la vincitrice delle elezioni 2022 è
una sola, Giorgia Meloni, che porta il centrodestra al governo e con una maggioranza larga sia alla Camera sia al Senato. Le notizie vanno cercate all’interno della coalizione guidata da Fratelli d’Italia, con il ridimensionamento sostanziale della Lega, e fuori dalla maggioranza, con il crollo del Pd sotto il 20%, la rinascita dei Cinquestelle di Giuseppe Conte e il Terzo Polo che non riesce a frenare la corsa del centrodestra, come era nelle ambizioni dichiarate da Carlo Calenda, ma conquista uno spazio di manovra rilevante.
L’analisi dei numeri, quando ancora è in corso lo spoglio e i risultati non sono definitivi, dice che l’Italia ha cambiato radicalmente strada. Il centrodestra governerà, con ogni probabilità (l’unico margine di dubbio è solo teorico e si potrà sciogliere solo con l’incarico formale da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella) con un premier donna e, come ha voluto subito evidenziare la Cnn nella sua breaking news subito dopo la chiusura delle urne, con una donna leader del partito “più a destra dai tempi di Mussolini”. Restando nel centrodestra, Forza Italia e Lega, tutte e due intorno all’8%, sono molto distanti per peso specifico dal 26% di Fratelli d’Italia. E l’equlibrio nella coalizione inciderà sulla composizione del governo e sulla capacità di tenuta della nuova maggioranza.
Nel campo dell’opposizione, i risultati sono tali da lasciar prevedere sommovimenti, soprattutto in casa Pd. Quella che esce dalle elezioni 2022 è la peggiore sconfitta del centrosinistra dal dopoguerra. Una sconfitta storica, nata prima del voto con le scelte sulle alleanze, quelle fatte e quelle non fatte, con Cinquestelle da una parte e Terzo Polo dall’altra. E una sconfitta maturata dopo una campagna elettorale condotta in difesa, privilegiando una narrazione legata allo spettro della vittoria della destra rispetto a una credibile proposta alternativa.
Proprio le due forze che, per ragioni e con tempistiche diverse si sono sottratte al matrimonio con i Dem, escono meglio dalla tornata elettorale. Il movimento guidato da Giuseppe Conte, intorno al 16%, ha recuperato terreno rispetto ai sondaggi di qualche mese fa, pur dimezzando l’enorme consenso preso nel 2018, quando con il 33% era il primo partito. Il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi non sfonda ma pone le basi per un percorso di crescita che può portare ad allargare il proprio bacino nell’area del centro moderato.
Da domani, c’è un centrodestra che governa e un’opposizione che deve ritrovare la sua identità. A partire dalla rifondazione del Pd, la forza ancora numericamente più rilevante nonostante la sconfitta clamorosa, nel campo che si propone come alternativo alla maggioranza a trazione Meloni. (di Fabio Insenga)