(Adnkronos) –
“Nulla”. Già all’ora di pranzo, a chi gli chiedeva lumi, Matteo Renzi rispondeva che ancora non era aria per una intesa con Carlo Calenda in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Il ‘lavorio’ tra Azione e Iv in realtà è partito, ma ancora mancano alcuni pezzi per definire il puzzle. Il leader di Italia viva ha messo sul tavolo la sua disponibilità, anche di fronte a chi nel suo partito non ha nascosto dubbi e rischi: “Se Calenda ci sta, noi ci siamo. Il terzo polo richiede generosità e impegno”, ha spiegato Renzi.
Una apertura rispetto alla quale, però, “da Azione” sono arrivate “reazioni molto fredde”, è stata la valutazione fatta in serata da fonti di Iv. Da parte sua, Calenda non ha chiuso all’intesa: “Stiamo lavorando a un accordo per il terzo polo con Renzi. Parliamo soprattutto di cosa vogliamo fare, stiamo definendo, stiamo definendo tutto, e definiremo anche i collegi”, ha spiegato al sito de ‘la Stampa’.
I nodi da sciogliere, però, non mancherebbero. C’è la questione firme. Il leader di Azione continua ad assicurare: “Siamo esentati”. Ma su questo non ci sono certezze, perché l’ultima parola spetta alle commissioni competenti e a liste depositate. Su questo tema, è anche il Pd ad alimentare la polemica: “Calenda è nelle mani di Renzi: deve raccogliere in due giorni le firme, una cosa impossibile”, ha detto il governatore toscano Eugenio Giani. Ma sarebbe soprattutto la questione dei posti in lista a tenere banco, come sempre in caso di ‘matrimoni’ elettorali.
Azione ha pronti ai nastri diversi aspiranti parlamentari (anche dai territori), mentre sono molti i Big che puntano al rientro in Parlamento: Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini, Matteo Richetti, Andrea Mazziotti, Enrico Costa, Andrea Cangini tra questi. Ma lo stessa tema agita anche la numerosa pattuglia di uscenti Iv. “Con il 5%, a portata di mano, siamo sicuri di portare in Parlamento il nostro gruppo storico. Ma se dobbiamo dividere tutto con Calenda…”, confessava in Transatlantico un deputato di Italia viva.
Dentro Iv si fa l’esempio della Toscana, roccaforte renziana. Molti Big erano già pronti per la corsa in solitaria negli uninominali: Stefania Saccardi a Firenze, Maria Elena Boschi ad Arezzo, Gabriele Toccafondi nella Piana. Per non parlare di Francesco Bonifazi, Stefano Scaramelli (vicepresidente del Consiglio regionale e coordinatore toscano), Nicola Danti (eurodeputato). Tutte caselle da rivedere, in caso di intesa con Azione. “Tra i dirigenti di Iv c’è scetticismo sulla possibilità che Calenda raggiunga un accordo”, hanno fatto sapere fonti di Italia viva.
Domani, intanto, Renzi convocherà gli organismi di Iv per una decisione sul simbolo mentre la campagna tra i volontari ha già avuto 10mila adesioni ed è stata fissata la presentazione delle liste nei luoghi del Tap, in Salento. “Le strade aperte per il partito di Renzi sono ancora due. La prima e quella di una corsa in solitaria con il nome Renzi sulla scheda e l’accordo con alcuni simboli tra cui la Lista civica nazionale di Federico Pizzarotti e la lista Moderati di Mimmo Portas. La seconda è quella di un accordo con Azione per una lista unitaria”, hanno spiegato in serata sempre le fonti di Iv. Per sapere se ci sarà una intesa soddisfacente con Calenda bisognerà ancora aspettare qualche giorno. “Entro il week end”, secondo gli ottimisti.