“La nostra grande nazione sta vivendo un momento senza precedenti. Stiamo affrontando la peggiore crisi sanitaria degli ultimi cento anni e la più grande crisi economica dalla grande depressione. Stiamo affrontando il razzismo sistemico e la minaccia del cambiamento climatico. E noi non solo abbiamo un presidente incapace di far fronte a tutte questi crisi, ma sta addirittura spingendo il paese verso l’autoritarismo”. Parte così Bernie Sanders, 78 anni, poco prima di lasciare la parola a uno splendido discorso di Michelle Obama, nella giornata di apertura della Convention virtuale del Partito democratico.
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Il senatore Sanders, in video collegamento dalla sua casa nel Vermont, attacca duramente il presidente Donald Trump, “una minaccia per la democrazia”, e invita il suo elettorato progressista a sostenere il candidato dem Joe Biden nelle “elezioni più importanti della storia moderna americana”. Un invito all’unità pur di battere Trump, il nemico numero uno. “Sono pronto a lavorare con i moderati e anche con i conservatori pur di sconfiggerlo”, spiega Sanders.
Il leader dell’ala radical del partito non vuole ripetere gli errori del passato, quando nel 2016 il partito si polarizzò tra le sue idee ‘socialiste’ e Hillary Clinton, rappresentante puro dell’establishment democratico. Il tycoon fu sottovalutato, provocando uno tsunami nella sinistra americana. Il resto è storia. Sanders, che ha imparato a non fidarsi dei sondaggi (in cui, tra l’altro, Trump è in crescita), ha deciso di appoggiare Biden già da marzo, ovvero da quando si è ritirato dalle primarie.
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“Abbiamo bisogno di Joe Biden come prossimo presidente” tuona Sanders, perché “questa elezioni servono a preservare la nostra democrazia”.
Mario Bonito