Ieri sera, giovedì 22 ottobre si è tenuto a Nashville, in Tennessee, il secondo e ultimo dibattito tra Donald Trump e Joe Biden prima del voto del tre novembre. A differenza del precedente, è stato un confronto civile e meno caotico, ma non è emerso un chiaro vincitore. Probabilmente Trump, molto più disciplinato rispetto al 29 settembre. Biden ha comunque retto botta: non ha brillato ma non ha concesso troppo al rivale. Con 40 milioni di americani che hanno già votato, secondo molti osservatori non sarà questo dibattito a spostare milioni di elettori. La moderatrice, Kristen Welker di Nbc News, seconda donna afroamericana a moderare un dibattito presidenziale, è stata precisa e puntuale nelle domande e nel gestire il corretto svolgimento del confronto (per la verità un po’ noioso).
I temi trattati
La gestione di Trump del coronavirus ovviamente è stata al centro del dibattito. “La mascherina avrebbe potuto salvare migliaia di vite”, ha detto Biden accusando il presidente di sottovalutare la pandemia. “Il vaccino arriverà presto: tre settimane”, ha ribattuto il tycoon, aggrappandosi alla necessità di tenere aperto il Paese per far girare l’economia. Nelle accuse Biden è sembrato più graffiante rispetto al primo confronto: “Lui dice che dobbiamo convivere con il virus, ma stiamo imparando a morire per questo”.
Poi si è parlato delle interferenze straniere sul voto, in particolare di Cina, Russa e Iran. I due candidati si sono scambiati accusa reciproche: Trump ha provato a incalzare Biden riguardo ai presunti affari illeciti del figlio Hunter in Ucraina (ancora mai provate). L’ex vicepresidente ha attaccato il tycoon per le tasse che avrebbe pagato in Cina (e non negli Usa), uno scoop riportato dal New York Times nei giorni scorsi: “Cos’hai da nascondere?”
Tanti poi gli argomenti toccati: dal cambiamento climatico alla sanità. Sull’ambiente sono emerse le divergenze tra democratici e repubblicani. “Bisogna azzerare le emissioni e creare milioni di posti di lavoro”, ha detto Biden. Trump: “Il piano vi costerà 65 mila dollari a famiglia e distruggerà l’industria petrolifera”. Biden vacilla sul fracking, una tecnica utilizzata per estrarre gas e petrolio, sotto il peso delle domande di Trump, che lancia una frecciata in Pennsylvania e Texas, stati importantissimi per la vittoria finale.
All’ordine del giorno anche la questione razziale. Qui Trump l’ha sparata grossa: “Sono il presidente che ha fatto di più per i neri nella storia, forse escluso Abraham Lincoln”. Ne ha approfittato Joe, definendo Trump uno dei presidenti più razzisti di sempre.
Interessante, infine, il confronto su temi ‘sociali’ (un po’ eclissati dalla pandemia). Biden ha proposto l’aumento del salario minimo (bloccato dal 2009) a 15 dollari. Trump ha risposto strizzando l’occhio ai piccoli imprenditori, i grandi indecisi in questo caos. “L’Alabama non è New York – ha detto – e ogni Stato fa storia a sé”.
Mario Bonito