“La famiglia Peleg tiene Eitan come un detenuto in una prigione di Hamas”. E’ la pesante accusa lanciata da Or Nirko, zio del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, secondo il quale il bombo non si trova nell’ospedale di Sheba, in Israele. “Il fratello di Aya è andato all’ospedale di Sheba e non ha trovato Eitan”, ha denunciato l’uomo in un’intervista a N12.
Ieri la nonna di Eitan, Etti, in dichiarazioni alla radio israeliana 103Fm, aveva difeso la famiglia dall’accusa di sequestro e sostenuto, come riportava il Jerusalem Post, che Eitan stesse effettuando controlli e terapie presso lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer.
Per Or Nirko – il marito di Aya Biran, affidataria in Italia di Eitan – la vicenda che riguarda il piccolo è “un gravissimo reato penale”. Lo zio di Eitan ha citato la Convenzione dell’Aja e ribadito l’accusa di “rapimento” di un bambino che “ha passato tutta la vita in Italia”, che “non ha mai vissuto in Israele”, dove “non ha amici”. “Le autorità di Israele devono sapere che Eitan è stato rapito – ha incalzato – E’ prigioniero. La famiglia Peleg si rifiuta di dire dove si trovi”. Di qui la pesante accusa: “Come i soldati prigionieri di Hamas, così nascondono Eitan in qualche buco”. E ancora: secondo Or Nirko, “questa famiglia” fa “esclusivamente il proprio interesse”. “Tengono il bambino – ha denunciato lo zio – come vengono tenuti i soldati israeliani nelle prigioni di Hamas”.