(Adnkronos) – Catene di approvvigionamento, logistica, instabilità geopolitica, costo delle materie prime, dinamiche demografiche ed economiche, il protagonismo crescente del far East. L’industria mondiale delle due ruote si ritrova in Eicma, l’Esposizione internazionale delle due ruote, che celebra nei padiglioni di Fiera Milano a Rho la sua Edizione numero 80 fino a domenica 12 novembre, e si confronta su come affrontare ed interpretare questi nuovi scenari.
“Globalizzazione e nuovi paradigmi produttivi: come l’industria delle due ruote interpreta la complessità delle sfide in atto” è infatti il titolo del convegno promosso da Eicma e Confindustria Ancma grazie al contributo di Ice (Agenzia per la promozione all’estero e internazionalizzazione delle imprese italiane), che si è tenuto al termine della prima giornata dell’evento espositivo.
“Un appuntamento molto importante che – ha sottolineato in apertura il presidente di Ancma Paolo Magri – rimarca nuovamente il valore istituzionale di Eicma, non solo per sviluppare le attività di advocacy e public affair a favore del comparto, ma anche per offrire occasioni di formazione, di approfondimento e confronto per la nostra industria”.
Il convegno ha infatti riunito in platea numerosi imprenditori e operatori del settore e si è aperto con il Keynote speech di Gianluca Di Loreto, partner della società di consulenza strategica Bain & Company Italia. Ed è proprio dagli elementi e dai dati emersi dall’approfondito intervento di Di Loreto che si è sviluppata la tavola rotonda con alcuni dei manager e figure di spicco dell’industria della mobilità, tra cui tra William Armuzzi di Honda Motor Europe LTD, Ezio De Carlo di Decathlon Produzione Italia S.p.A., Mariano Roman di Fantic Motor S.p.A., Eric De Seynes di Yamaha Motor Europe N.V. e Roberto Vavassori, Brembo S.p.A. e Anfia.
La relazione introduttiva di Bain & Company ha, infatti, offerto numerosi spunti di approfondimento come, ad esempio, le previsioni di aumento demografico dell’Asia (sette volte superiore a quello dell’Europa entro il 2040) e le conseguenze sugli equilibri economici e finanziari, il primato cinese nella produzione di materie prime come acciaio e alluminio e il predominio nel mercato dei semiconduttori dell’Asia, che controlla la metà della produzione, nonché due terzi dell’assembramento finale. Dall’intervento di Di Loreto è arrivata inoltre la conferma di quanto nella produzione delle due ruote sia in atto anche un riequilibrio del prezzo delle materie prime, nella fattispecie acciaio, gomma, plastica e gas naturale, i cui valori erano schizzati alle stelle durante il periodo pandemico. Questo ha portato, ad esempio, i produttori europei di biciclette a rivedere parzialmente le catene di approvvigionamento spostando il baricentro della produzione nel Vecchio Continente. Per quanto riguarda, invece, la transizione verso la mobilità elettrica, si evidenzia come stia avvenendo più velocemente in Asia, mentre, in Europa, si riscontra un incremento dell’utilizzo di e-bike.
L’Europa prova quindi a difendere le proprie nicchie di mercato basate sulle produzioni di qualità, ma la concorrenza asiatica è sempre più aggressiva e qualificata. Come reagire? Secondo Di Loreto all’interno di questo contesto è necessario individuare una serie di driver che potrebbero orientare le scelte strategiche e accrescere la competitività delle aziende europee: investire nella ricerca e sviluppo, non solo sul prodotto, ma sull’intero ciclo di vita dello stesso, per innovare più velocemente e ridurre il time-to-market; puntare sulla crescita dimensionale, investire sulla sostenibilità, che sempre più spesso diventa un fattore discriminante nelle scelte degli investitori e, soprattutto, può divenire un forte elemento di attrazione per i talenti.
Nella tavola rotonda, condotta dalla giornalista Filomena Greco, i manager dell’industria delle due ruote hanno sottolineato l’importanza di tornare ad investire in ricerca e sviluppo per proteggere il valore della creatività e della produzione europea. Fondamentale, inoltre, riportare il primato tecnologico in Europa, puntando sull’innovazione per ritrovare una forte competitività da contrapporre alla crescente avanzata delle aziende asiatiche.
Al centro del dibattito anche il tema della sostenibilità, fattore che può offrire numerosi vantaggi competitivi, non ultimi quello di poter attrarre giovani talenti. Infine, i vertici dell’industria di riferimento si muovono con passo spedito verso l’idea di considerare l’avanza asiatica come un elemento da non contrastare con protezionismo e dazi, ma puntando sulla necessità di creare un contesto competitivo con regole uguali per tutti.