(Adnkronos) – “So che c’è stata la richiesta di una risoluzione positiva. E la mia speranza, ovviamente, è che ci sia stata la richiesta da parte del governo italiano di porre fine al mio ‘travel ban’ (il divieto di espatrio). Per me ma anche per gli attivisti della mia Ong, la Eipr, tra cui Hossam Bahgat, il direttore, anche lui accusato di diffusione di notizie false”. Così al Corriere della Sera Patrick Zaki sull’incontro tra la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente egiziano, il generale Abdel Fattah Al Sisi.
“Sarebbe un grande passo in avanti non solo per noi ma anche per tutti gli attivisti egiziani ancora in carcere. Inoltre mi pare un ottimo segno che diversi governi a Roma mi abbiano sostenuto. Significa che tutti gli italiani sono con me” dice Zaki.
“Non sarò mai abbastanza grato”, afferma Zaki, per il fatto che alle udienze è stata sempre inviata una delegazione diplomatica composta da rappresentanti di diversi Paesi europei, compresa l’Italia. “È stato davvero importante per me mentre ero in carcere sapere che fuori c’erano così tante persone che si stavano impegnando per me. Anche l’Università di Bologna è stata di enorme sostegno, gli attivisti, tutti… Il rientro in Italia? La mia è una speranza, non una certezza. Mi piacerebbe poter discutere la mia tesi a Bologna, nella città dove frequentavo il Master Gemma in studi di genere prima di essere arrestato e che sto continuando a frequentare. Mi manca poco, tra due o tre mesi dovrei finire. Il 29 novembre sarò a Mansoura per la prossima udienza ma non so davvero cosa aspettarmi”.