EGITTO: DA PIAZZA TAHIR A TRASTEVERE, ANCHE EGIZIANI ROMA ’FELICI’ PER CACCIATA MORSI

Si festeggia non solo a piazza Tahir: la notizia della destituzione del presidente islamista Mohammed Morsi e’ stata accolta con gioia anche dai tanti egiziani che vivono nella Capitale. In un solo anno, sembra di capire dalle loro parole, il leader dei Fratelli Musulmani ha perso la credibilita’ agli occhi del suo popolo: “Morsi era inadeguato a guidare il Paese – racconta Yasim che lavora come cuoco nella trattoria ’Sora Cencia’ a Trastevere – sono contento che sia stato destituito. Da quando e’ salito al potere l’economia e’ precipitata e i turisti sono scappati. Le strade non erano piu’ sicure, – conclude – io ho dei familiari in Egitto che avevano paura ad uscire di casa”. C’e’ da dire che l’opposizione si e’ dovuta affidare ai militari per ottenere la cacciata di Morsi. Tuttavia, gli egiziani residenti a Roma non temono che l’esercito possa riprendere il potere: “I militari gestiranno questa fase di transizione, ma non credo che sia loro interesse tornare al comando del Paese”, dichiara Moustafa Abdel Azim Soliman, cuoco alla ’Tana dei Noantri’. “L’importante – afferma – era che ci fosse un cambiamento, Morsi aveva fatto tante promesse ma in un anno non e’ riuscito a mantenerne nemmeno una, il suo tempo ormai era scaduto”. Il futuro resta incerto ed instabile, con i Fratelli Musulmani che, anche se esautorati dal potere, potrebbero opporsi con violenza alla loro emarginazione dalla scena politica: “Il popolo egiziano chiede pace e serenita’, e’ stanco di queste lotte intestine, non credo proprio che ci sara’ una guerra civile e in ogni caso l’esercito sapra’ garantire la sicurezza di tutti”, ci dice convinto David Beckett, egiziano di religione cristiana, ora cuoco e co-gestore del ristorante ’La Scala’ di Trastevere. “L’errore dei Fratelli Musulmani – prosegue – e’ stato quello di dividere l’Egitto e di radicalizzare il messaggio dell’Islam, quando invece noi siamo sempre stati un popolo pacifico e capace di convivere con le diversita’”.