Se non fosse stato per la presenza di quel drappello di soldati messi appositamente a guardia della strada daccesso al monastero greco ortodosso di Santa Caterina, il commando composto da miliziani armati sbucato dalle montagne, avrebbe sicuramente operato unazione terroristica di ben ampie proporzioni. Soprattutto in termini di impatto sulla platea internazionale. Del resto, per una nazione ormai da tempo esposta alla violenza jihadista, la Penisola del Sinai è uno degli obiettivi maggiormente battuti dai miliziani islamisti. Piramidi a parte, lEgitto trae(va) forti guadagni dalla ricettività turistica anche se, negli ultimi tempi, proprio in virtù della minaccia jihadista, anche gli incantevoli resort siti sul Mar Rosso segnano forti perdite. E in un simile contesto, per le autorità egiziane è fondamentale il controllo della geograficamente complicata area del Sinai. Ed il check point messo a protezione del monastero di Santa Caterina, spiega la prevedibilità di una minaccia sempre presente. Capita la malparata i militari egiziani hanno aperto il fuoco riuscendo a disperdere il commando, anche il prezzo pagato è stato altissimo: il bilancio parla di un soldato morto e di 4 feriti. Poco dopo lazione è stata rivendicata dallIs. A rendere preoccupante laccaduto, limminente visita che Papa Francesco effettuerà in Egitto il 28 ed il 29 aprile.
M.