Home ATTUALITÀ Effetto fringe benefit, aumenta potere d’acquisto e Stato incassa 50 mln

    Effetto fringe benefit, aumenta potere d’acquisto e Stato incassa 50 mln

    (Adnkronos) – Effetto fringe benefit. L’aumento della soglia a mille euro ha due effetti positivi: aumenta il potere d’acquisto e fa entrare nelle casse dello Stato 50 mln, il saldo tra i ricavi generati dalla misura di defiscalizzazione e i costi sostenuti per renderla effettiva. A dimostrare l’importanza di questo strumento è un’analisi di The European House – Ambrosetti per Edenred Italia, la società leader nella fornitura di soluzioni di welfare. 

    “L’ipotesi di innalzamento della soglia dei fringe benefit fino a 1000 euro va esattamente nella direzione che speravamo e che abbiamo più volte caldeggiato”, commenta Fabrizio Ruggiero, amministratore delegato di Edenred. “Lasciare molti lavoratori con una soglia di fringe di poco superiore a 250 euro, ferma ai valori del 1986, è impensabile, soprattutto a fronte del carovita e dell’inflazione. Speriamo dunque che si consideri questa strada che vede l’innalzamento del fringe per tutti: una presa di coscienza che mostra attenzione verso uno strumento in grado di sostenere le famiglie in un momento delicato”.  

     

    La ricerca mette in luce quanto i fringe benefit siano importanti, oltre che per lo Stato, anche per i consumatori. L’analisi Ambrosetti mostra, in particolare, il filo che lega l’aumento della soglia dei fringe all’aumento dei consumi: quando nell’agosto 2020 la soglia di detassazione è raddoppiata da 258,23 euro a 516,46 euro, il potere d’acquisto aumenta garantendo consumi stabili (+0,4%) in un semestre e così anche nel 2021, quando si è registrato l’aumento per tutto l’anno della soglia di detassazione da 258,23 Euro a 516,46 Euro. Ma è nel 2022 che i consumi sono cresciuti con maggiore spinta propulsiva: con la soglia di detassazione portata a 600 euro (da 258,23 euro) ad agosto 2022 e a 3.000 euro a novembre 2022, si è registrato un +1,6% nella seconda parte dell’anno rispetto alla prima e un +1,5% se prendiamo il secondo semestre 2022 rispetto al secondo semestre 2021. Sempre secondo la ricerca, nel 2022 l’aumento della soglia di detassazione fino a 3.000 euro (dopo l’aumento a 600 euro) ha portato a un’accelerazione del mercato: analizzando il numero dei buoni acquisto erogati da Edenred a novembre-dicembre 2022 e paragonandoli a quelli erogati a novembre-dicembre 2021, si nota un aumento del +120%, per un valore del +244%. “I fringe benefit nel tempo – spiega Ruggiero – hanno dimostrato la loro efficacia in tutti gli ambiti della vita quotidiana, a partire dalla famiglia e dalle sue esigenze, in quanto contribuiscono ad aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori in maniera immediata, offrendo un supporto economico puntuale”. Una cosa tanto più vera se posta in relazione al contesto che stiamo vivendo: dalla ricerca emerge infatti come i buoni acquisto siano stati utilizzati principalmente per le voci di spesa che hanno riportato tassi di inflazione più elevati della media: alimenti e bevande (per il 58,1%) e carburante (12%), oltre all’elettronica (16,9%).  

     

    Secondo quanto riportato nella ricerca, inoltre, con l’aumento della soglia di detassazione fiscale per i fringe benefit da 258,23 a 600 euro e poi da 600 a 3mila euro per il 2022, lo Stato ha guadagnato quasi 50 milioni di euro, incassando in totale 379,1 milioni di euro, a fronte di un aumento degli oneri di 86,3 milioni di euro derivanti dall’incremento della soglia da 258,23 a 600 euro e di 243,4 milioni di euro derivanti dall’incremento della soglia da 600 euro a 3.000 euro. Dal punto di vista dei consumatori, il valore di mercato dei fringe nel 2022, con l’innalzamento delle soglie, è raddoppiato, arrivando a 4,2 miliardi di euro, contro i 2,1 miliardi del 2021.  

     

    Insomma, una boccata d’ossigeno in un panorama non proprio sereno. Infatti, nel nostro Paese i consumi interni sono stagnanti da almeno 10 anni, eppure rappresentano la voce principale per la crescita del Paese, si legge nella ricerca Ambrosetti, che mostra come questi contribuiscano a circa il 60% del PIL, una percentuale maggiore rispetto a tutte le altre voci. Secondo l’analisi Ambrosetti per Edenred, con l’aumento dell’inflazione il reddito a disposizione delle famiglie è stato già più che decimato, arrivando nell’ultimo anno a -33,2% per quelle meno abbienti, rispetto al 2021, e con un rischio imminente: la possibilità che oltre 300mila famiglie cadano sotto la soglia della povertà. L’inflazione di fondo, al netto cioè degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +6% del mese precedente (gennaio 2023) a +6,4%, mentre la crescita annua del ‘carrello della spesa’ (che include i beni alimentari, la cura della casa e della persona) sale al +13% su base annua (febbraio 2023 vs. febbraio 2022) in aumento rispetto al +12% di gennaio 2023 (rispetto a gennaio 2022). A questo scenario si aggiunge un potere d’acquisto immobile, con i salari medi che nel nostro Paese sono rimasti praticamente uguali dal 1990 a oggi e una riduzione nel 2022 dei risparmi delle famiglie italiane, diminuiti di quasi 100 miliardi tra il 2020 e il 2022. Nel 2023, a un tasso di inflazione stimato pari a +5,5%, i risparmi delle famiglie verrebbero erosi di ulteriori 60,8 miliardi di euro, pari a oltre 6mila euro per famiglia.