Ferma presa di posizione della FNSI sul caso Editoria. I tagli previsti o preannuncati nella manovra cancellano giornalismo. E Casellati tuona: “Le Istituzioni supportino la informazione”.
E sempre più acceso il dibattito sui rischi che la Editoria rischia di correre qualora si concretizzasse la presunta nuova era di tagli verso il settore.
In difesa della Editoria e delle sue minoranze in bilico si è perpetuato un appuntamento del sindacato dei giornalisti in piazza Montecitorio, davanti alla Camera e a pochi metri da Palazzo Chigi. “È un presidio simbolico, a poca distanza dal palazzo in cui ha sede lufficio del sottosegretario con delega allEditoria, Vito Crimi, per esprimere il dissenso della categoria per il taglio dei fondi per i giornali minori”
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) dunque è scesa con veemenza in piazza al fine chiaro e lampante di contestare loperato governativo e schierarsi contro il taglio dei contributi alleditoria indicato nella manovra economica e con grande enfasi incoraggiato in modo piuttosto sentito dal vicepremier M5s Luigi Di Maio.
Lappuntamento si è consumato presso piazza Montecitorio, davanti alla Camera e a pochi metri da Palazzo Chigi. “E un presidio simbolico, a poca distanza dal palazzo in cui ha sede lufficio del sottosegretario con delega allEditoria, Vito Crimi, per esprimere il dissenso della categoria per il taglio dei fondi per i giornali minori”, ha chiarito il sindacato unitario dei giornalisti. Pressappoco in contemporanea, la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, nel suo dialogo alla stampa parlamentare per gli auguri natalizi, ha esortato le “istitutzioni a supportare le voci dellinformazione”.
Un miglior rapporto di reciproca coesistenza e di collaborazione potrebbe in primis portare ad una riappropriarsi più consono della cosiddetta equità di trattamento e di equidistanza tra le parti che, purtroppo, a diverse latitudini e non solo e non già certamente appena in Italia, tra giornalismo e politica, sembra venire purtroppo meno. Ma al di là delle relazioni tra le parti, è proprio il concetto in cui viene strutturato oggi lideale di contribuzione coerente e giusto che vacilla di fronte alla necessità di distribuire meglio i fondi statali, tema comunque condivisibile, e continuare comunque a permettere alle piccole realtà giornalistiche ed ai tanti giornalisti che ne vivono concretamente economicamente di sopravvivere in nome della pluralità della informazione.