Premesso che, “Ove la pandemia per qualsiasi motivo riprendesse, questi numeri verrebbero messi a rischio”, nell’ambito dell’audizione relativa al Nadef (tenuta nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato), stamane il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha esordito affermando che “Quest’anno stiamo crescendo molto” e, ha poi aggiunto, “il tasso crescita nel 2023-24 sarà auspicabilmente molto elevato, anche se il +6% di quest’anno è irripetibile. Però tassi di crescita più elevati rispetto agli scorsi decenni credo sia un obiettivo per il 2022-23-24-25-26 e anni successivi“.
Quindi, ha proseguito Franco nella sua analisi, ”Ci attendiamo di recuperare il livello di pil pre-crisi nel secondo trimestre del 2022. Quindi un trimestre prima di quanto ci attendevamo di recuperare quel livello”. Riguardo invece eventuali misure restrittive anti-covid sia in questo fine 2021 e nel 2022, il ministro replica che “Nel formulare la previsione per la restante parte di quest’anno e l’anno prossimo assumiamo che non vi siano nuove restrizioni alle attività economiche e movimento delle persone”. Nello specifico, osserva, “ci aspettiamo una ripresa molto rapida, un recupero molto rapido. Il punto è che il test vero è non tanto quanto cresciamo quest’anno o il prossimo, anche se auspichiamo che siano molto elevati. Ma il vero test è la crescita negli anni successivi. Dobbiamo uscire dalla lunga fase di stagnazione della nostra economia“.
In poche parole, spiega Franco, ”Il nostro punto deve essere invertire la secolare stagnazione dell’Italia. Nei prossimi anni, dovremo tornare verso una politica di bilancio via via più prudente, nel 2022-2023 abbiamo dei passi in avanti in quella direzione pur con una politica espansiva, nel 2024 una politica di bilancio neutrale. Negli anni successivi sarà importante ridurre il saldo strutturale e tornare verso gli avanti primari che avevamo gli anni scorsi’’. Infatti, aggiunge i ministro, “La crescita nel quadro tendenziale già incorpora il quadro nazionale, il fatto che il tasso di crescita sia dell’1,9% nel 2024, che per i nostri vecchi standard è un tasso di crescita elevato, tiene conto che il piano nazionale è operativo. Pensiamo che anche negli anni successivi la crescita resterà più o meno su quei livelli“.
Guai però ad indicare come un’opportunità il differenziale fra l’indebitamento tendenziale e quello programmatico, dal quale scaturirà un extra deficit pari ad oltre 20 miliardi, qui Franco tiene a puntualizzare che ”non va chiamato tesoretto. Il margine sembra tantissimo ma, una volta che si riempie con tutte le politiche in atto da vari anni, il margine si riduce notevolmente. Questo gap tra i due saldi dovrebbe consentirci di coprire la gestione degli effetti residui della pandemia sotto il profilo sanitario, economico e sociale, le cosiddette politiche invariate, le varie misure di politica economia, gli ammortizzatori sociali e avviare un processo di alleggerimento del carico fiscale’’.
Max