Se il Nord è comunemente associato, nellimmaginario collettivo, al progresso, alla scienza e alla patria dellindustria, ora è anche culla della città più ecosostenibile dItalia: Parma. La città si è confermata come la più “eco-mobile” dItalia, sia per la consolidata presenza di un mobility manager di città e di servizi di sharing mobility, ma anche una buona dotazione di servizi di trasporto pubblico e per uno dei parchi circolanti più ricchi di veicoli a basso impatto.?E, in aggiunta a tutto ciò (che già basterebbe), è anche una delle prime città italiane ad aver approvato il Piano urbano della mobilità sostenibile.
Il prestigioso titolo le è stato proclamato in occasione del dodicesimo rapporto Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città, elaborato da Euromobility con il patrocinio del ministero dellAmbiente, che indicano sul podio Milano al secondo posto e Venezia al terzo, mentre Cagliari, al settimo posto, è lunica città del sud nella “top ten”, dove spicca Brescia al quarto posto, seguita da Padova e Torino.
Completano le prime dieci posizioni Bologna, Verona e Modena. Roma perde posizioni e si attesta soltanto al ventitreesimo posto. In fondo alla classifica della mobilità sostenibile Catanzaro, poco più su Potenza e Campobasso.
Secondo il rapporto, continua ad aumentare (+0,8%) il tasso di motorizzazione nelle principali 50 città italiane (si attesta a 59,3% in linea con il dato nazionale, che fa registrare un incremento ancora superiore, (+1,2%) anche se aumenta il numero di veicoli a basso impatto, soprattutto Gpl, che raggiungono complessivamente il 9,46% del parco nazionale circolante, e quelli ibridi ed elettrici che aumentano del 45%. Al palo i veicoli a metano (2,49%).
Le 50 città includono tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e i capoluoghi di Provincia con una popolazione superiore ai 100mila abitanti.
Peggiora la qualità dellaria, dopo il netto miglioramento del 2016 causato da condizioni meteorologiche favorevoli: 20 città rispettano tutti i limiti di normativa, contro le 23 del 2016.
Luci e ombre per la mobilità condivisa. Al palo i servizi convenzionali, cioè quelli in cui lutente preleva e riconsegna i veicoli in parcheggi ben definiti, in espansione (con qualche eccezione) quelli “a flusso libero”, in cui il prelievo e la riconsegna possono avvenire in qualsiasi punto allinterno dellarea prevista dal servizio.
“Questo rapporto – sottolinea Lorenzo Bertuccio, presidente di Euromobility – conferma che occorrono misure ben più coraggiose e strutturali di quelle fin qui messe in campo dal governo e dai nostri amministratori. La qualità dellaria non accenna a migliorare e, come se non bastasse, non diminuisce neppure il numero di morti sulle strade delle nostre città. E nonostante la mobilità condivisa, grazie anche allaffermarsi delle tecnologie, mostri segnali incoraggianti, seppure con qualche distinguo, continua a crescere il numero di automobili in circolazione e ci allontaniamo sempre di più dallEuropa”.