Nella royal family del punk inglese facevano parte i Sex Pistols, i Clash, i Damned e poi i Buzzcocks, il gruppo guidato da Pete Shelley, morto nella giornata di ieri a 63 anni per un arresto cardiaco, nella sua dimorain Estonia. “È con grande tristezza – ha scritto la band in un post su Facebook – che confermiamo la morte di Pete Shelley, uno dei cantautori più influenti e prolifici del Regno Unito e co-fondatore della band punk originale di Buzzcocks. La musica di Pete ha ispirato generazioni di musicisti per una carriera durata cinque decenni e con la sua band e come artista solista, è stato tenuto in grande considerazione dallindustria musicale e dai suoi fan in tutto il mondo”. Pete Shelley è stato uno dei aprifila del rock elettric nel Regno Unito, aveva cominciato a “suonare” macchinari già nel 1974, inseguendo compositori contemporanei, dai rappresentanti del krautrock tedesco sino allavanguardia francese. Ma è conoscendo Howard Devoto lanno successivo che avviene la svolta: forma una band, i Buzzcocks, con Devoto, Steve Diggle e John Maher, suonano in maniera reversiva e rabbiosa e diventano in poco tempo uno dei complessi musicali di grido del jet set internazionale. Esordio che avviene nel corso di un convegno ad un famigerato concerto alla Lesser Trade Hall di Manchester il 4 giugno del 1976, quando ad assistere al live dei Sex Pistols sono presenti i Buzzcocks, che apriranno il concerto, e rappresentanti di quelli che saranno poi i Joy Division, i Fall e gli Smiths. Il primo vinile della band è datato 1977, poi Devoto abbandona e fonda i Magazine e Shelley prende il timone della formazione, diventandone frontman e il compositore principale. Tre singoli hot, Orgasm Addict, What Do I Get?, and Ever Fallen in Love, rendono i Buzzcocks una delle band più influenti del primo punk inglese, incidendo tre raccolta, Another Music in a Different Kitchen del 1978, Love Bites ancora del 1978, e A Different Kind of Tension del 1979.