MUSICA

E’ morto ‘l’afro-celtico’ Johnny Clegg, alfiere dell’apartheid

“Johnny lascia impronte profonde nel cuore di ogni persona che si considera un africano. Ci ha mostrato cosa significa assimilare e abbracciare altre culture senza perdere la tua identità. Un antropologo che ha usato la sua musica per parlare ad ogni persona. Con il suo stile musicale unico ha attraversato barriere culturali come pochi altri. In molti di noi ha risvegliato la consapevolezza”.

Così Roddy Quin, di professione manager, ha annunciato oggi la prematura scomparsa di Johnny Clegg, l’ormai leggendario musicista inglese che dopo essersi trasferito in Africa, in virtù delle sue esperienze,e soprattutto ‘contaminazioni’, musicali, è divenuto famoso con lo speudonimo di ‘Zulù bianco‘.
Stroncato ad appena 66 anni da un tumore al pancreas, Johnny era ormai divenuto di fatto un cittadino di Johannesburg, dove era finito dopo aver attraversato doversi stati africani ed averne appreso usi, costumi ma, soprattutto i suoni.
Fin dal suo arrivo nel continente nero, Clegg fu subito ‘assorbito’ dalla causa legata all’apartheid e con la musica, fondando diversi gruppi ‘celtico- africani’, ne è stato un profondo ed accesso sostenitore, al punto di essere per l’appunto definito lo Zulù Bianco.
“Abbiamo una missione – amava ripetere il musicista – che è quella di portare una collezione di canzoni che riguardano l’esperienza del Sudafrica nel mondo”.

Memorabile il suo concerto in Germania nel 1990 quando, nel bel mezzo della sua performance, sul palco si palesò Nelson Mandela che iniziò a danzare per poi dichiarare davanti ai microfoni. “Musica e Danza: mi fanno sentire in pace con il mondo e con me stesso”.
Max