Due italiani sono tra i migliori scienziati al mondo

Ci sono due italiani tra gli 11 migliori scienziati emergenti al mondo. Una notizia che regala grande soddisfazione al Belpaese, che ancora una volta, lascia il segno in campo scientifico. Giorgio Vacchiano, 38 anni, ricercatore del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, diretto dal professor Osvaldo Failla, e Silvia Marchesan, dell’università di Trieste sono dunque i due ricercatori selezionati da Nature (rispettivamente come 11esimo e sesta) su 500 profili esaminati. La prestigiosa rivista internazionale ha intitolato l’articolo pubblicato il 19 settembre, con “Il mondo ai loro piedi”, spiegando che gli 11 ricercatori “stanno lasciando il segno nella scienza”, ciascuno nelle rispettive discipline di studio. ?Vacchiano è ricercatore presso la Statale dove si occupa di Assestamento Forestale e Selvicoltura. Al centro della sua attività ci sono in particolare la gestione forestale (per la quale ha aperto la strada all’uso dei modelli matematici), servizi ecosistemici, le capacità di resistenza e resilienza delle foreste ai cambiamenti climatici, lo studio delle conseguenze di incedi boschivi e altri cosiddetti “disturbi naturali” sulle foreste temperate europee. Vacchiano ha trascorso 15 mesi lavorando sulla modellazione forestale per la Commissione europea prima di approdare, nel febbraio 2018, all’Università Statale presso il Dipartimento di Scienze Agrarie. Silvia Marchesan invece, professoressa associata del dipartimento di Chimica organica, ha sviluppato un idrogel, poco costoso ed efficace, di proteine che si auto-assemblano, utile per riparare i tessuti del corpo e rilasciare farmaci. Mamma di un bimbo di 4 anni, laureata a Trieste nel 2004, ha completato un dottorato in Chimica a Edimburgo, per poi seguire un percorso di ricerca a Londra, in Finlandia, Australia. Tornata in Italia nel 2013, due anni dopo ha ottenuto i fondi per progetto Sir del Miur che le ha permesso di aprire un suo laboratorio all’Università di Trieste. Le sue attività di ricerca si concentrano appunto su superstrutture ottenute da piccoli componenti molecolari molto semplici in acqua per applicazioni che vanno dalla terapia per malattie neurodegenerative, su nuovi composti antimicrobici e materiali intelligenti. Nature ha selezionato i migliori profili tra 500 ricercatori di tutto il mondo che hanno pubblicato almeno un articolo nelle 82 riviste del Nature Index (che traccia le affiliazioni di articoli scientifici di alta qualità) nel 2017 e il cui primo documento scientifico è apparso meno di 20 anni fa. I primi tre selezionati sono stati Dane deQuilettes, del Massachusetts institute of technology, per i suoi studi su come ridurre il costo dell’energia solare con la perovskite, Sarah Garfinkel, dell’università del Sussex, per il suo lavoro su come il corpo muove la mente, e Binghui Ge, dell’Accademia cinese delle scienze, per il suo lavoro sulla microscopia a elettroni.