(Adnkronos) –
La Russia proverà a recuperare il relitto del drone americano MQ-9
caduto ieri nel Mar Nero per studiarlo. Lo ha sottolineato Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, in un’intervista sul canale televisivo Rossiya-1. “Non so se saremo in grado di recuperarlo o meno, ma è quello che dobbiamo fare e ce ne occuperemo”, ha detto Patrushev, rispondendo alla domanda se la Russia possa trovare il velivolo senza pilota. “Spero, ovviamente, in un successo”, ha aggiunto. Se l’operazione di recupero andasse a buon fine, Mosca potrebbe studiare direttamente il materiale Usa.
Tuttavia, secondo il portavoce del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, John Kirby, il drone “non è stato recuperato e potrebbe non esserlo mai”. “Non sono sicuro che saremo in grado di recuperarlo”, ha detto Kirby, secondo cui il velivolo – che l’esercito americano è stato costretto a far precipitare dopo che era stato danneggiato in una collisione con un caccia russo Su-27 – è caduto in un punto in cui le acque sono “molto, molto profonde”. “Stiamo ancora valutando se è possibile organizzare un recupero”, ha aggiunto, sottolineando che “abbiamo fatto del nostro meglio per ridurre al minimo qualsiasi valore dal punto di vista dell’intelligence che potrebbe ottenere chi dovesse mettere le mani su quel drone”.
Oltre al relitto, ovviamente, a Mosca fanno gola gli eventuali dati registrati dal drone. La Russia accusa gli Stati Uniti di aver avviato una campagna attiva di ricognizione nella regione del Mar Nero, con varie tecnologie, nello spettro visibile e radio. Il direttore dei Servizi di intelligence esteri (Svr), Sergey Naryshkin, in una intervista ha evidenziato: “Sappiamo nei dettagli quali obiettivi stanno perseguendo gli americani con le loro attività di ricognizione e stiamo cercando di identificare i siti e i territori che sono per loro di maggior interesse”.