Una vera patata bollente quella di Dritto e Rovescio in queste ore, per via di quanto accaduto al noto conduttore, Del Debbio che ha letteralmente sbottato su un tema, quello del fascismo, sul quale si è evidentemente mostrato particolarmente sensibile.
Che cosa ha detto Paolo Del Debbio? Semplice. Interpellato sulle diatribe legate al fascismo, il conduttore del noto programma di Rete Dritto e Rovescio è esploso così. “Sono figlio di un deportato, sul fascismo non mi dovete rompere il ca..o”.
Chiara, lampante, dunque, la parolaccia sulla quale è inciampato. Ma ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla storia e sulla esplosione di rabbia di Paolo Del Debbio.
Paolo Del Debbio prova dunque a fare inevitabilmente chiarezza. In apertura della puntata di ieri sera di Dritto e Rovescio, il conduttore si è sfogato con foga dopo le polemiche generate a fronte di quanto accaduto nella sua trasmissione la settimana scorsa.
Stiamo parlando, come qualcuno già saprà, della vera e propria rissa sfiorata tra il vignettista Vauro e l’estremista di destra Brasile.
“Io di solito non parlo di fatti personali, ma questa settimana è accaduto l’inverosimile per cui devo dei chiarimenti al mio pubblico e soprattutto a chi segue tutti i social, lì si è scatenata una furia di imbecilli che è difficile da contenere nello stadio di San Siro”, ha subito detto nel suo chiarimento il conduttore.
Paolo Del Debbio dunque ha deciso di chiarire a chi durante la settimana l’ha attaccato con veemente. L’episodio aveva anche generato le immancabili critiche politiche, tra cui quella di Debora Serracchiani del PD, che aveva chiesto alle sue colleghe di partito a “disertare queste trasmissioni televisive che incitano all’odio e alla violenza.”.
Inevitabile, dunque, la replice del giornalista di Rete4. “Una deputata del Pd ha detto alle colleghe di non venire più nella mia trasmissione perchè ‘io incito all’odio’, cioè ha fatto la listina di proscrizione che si fa nei regimi totalitari. Quello, quello e quello no. Succede o per la pelle, o per la religione.”, ha detto. “E così succede per il mondo dell’informazione”, ha proseguito. Per poi andare all’affondo. “Ma io di questo me ne frego, non mi interessa, so che ho il mio pubblico”.
Il giornalista infine tocca la parte focale, quella delle accuse di fascismo. “Quello che però mi preme dire è la cosa che io, in qualche modo, sdoganerei il fascismo. Io sono figlio di un deportato.”, ha detto, ribadendo poi. “So qual è la parte sbagliata e quella giusta. Certo, mio padre non era un esaltato come quelli che mi hanno attaccato.”
Dulcis in fundo la stoccata finale. “A me sul fascismo cari giovanotti, giovanotto, PD, non PD, non mi dovete rompere il caz*o. Io so esattamente quello che è giusto e quello che è ingiusto a proposito di quello. Dovete trovare una sola cosa che io ho detto dalla quale si possa evincere quello che dite, che in qualche modo fomenti o sia apologetico nei confronti del fascismo.”, ha tuonato. “Non c’è, non la troverete, la inventate, me la attribuite e mi attaccate. Esattamente come fanno i regimi totalitari. Forse siete un po’ fascisti rossi.”
E infine, la chiosa. “In coscienza sono tranquillo, voi continuate con la vostra campagna d’odio, io continuo con le mie trasmissioni”.