Nemmeno il tempo di sedersi davanti al microfono, e partono subito due domande di quelle che centrano in pieno il cuore di questi agitati giorni: si prevede l’obbligo vaccinale e la terza dose del vaccino? E Draghi, tornato a riferire al Paese attraverso una conferenza stampa, replica con altrettanta rapidità: ”Sì a entrambe le domande”.
Dunque, spiega il premier – togliendosi subito il dente malato – il green pass sarà esteso: “Con il ministro Speranza ne stiamo parlando da un po’ di tempo. L’orientamento è ‘sì’, verrà esteso. Per decidere esattamente quali sono i passi da compiere e i settori che dovranno averlo prima, faremo una cabina di regia come chiesto dal senatore Salvini. La direzione è quella”.
Visto il tema, e quanto accaduto proprio in coincidenza dell’obbligatorietà del certificato verde, il presidente del Consiglio coglie quindi l’occasione per esprimere “solidarietà a chi è oggetto di odio da parte dei no vax. E’ una violenza odiosa e vigliacca nei confronti di persone in prima linea contro la pandemia e nei confronti di chi fa informazione”.
Quindi la campagna vaccinale, che “procede spedita: oggi siamo al 70% della popolazione completamente vaccinato. Sono fiducioso, raggiungeremo l’80% per la fine di settembre” e, puntuale, l’invito esteso a tutti affinché si vaccinino perché, aggiunge Draghi, “è un atto verso se stessi, è un atto di solidarietà e di protezione verso gli altri. Ho usato frasi più incisive in passato, ribadisco la necessità di farlo. La campagna vaccinale – spiega ancora – è stata abbracciata dai giovani: tra i 16 e i 19 anni, almeno il 70% ha ricevuto una dose di vaccino e quasi la metà dei ragazzi è totalmente vaccinata. Questo ci permette di affrontare l’apertura delle scuole con minori incertezze rispetto allo scorso anno. La riapertura della scuola in presenza è sempre stata una priorità di questo governo”.
E proprio sulla scuola, rimarca il premier, “l’impressione è che la preparazione sia stata accurata, ben fatta, che insomma il Governo non abbia passeggiato durante l’estate, come dice qualcuno. La scuola in presenza è stata sempre la priorità di questo Governo”.
La buona notizia, annuncia poi il capo del governo, è che “l’economia continua a crescere, cresce anche molto di più di quanto ci si fosse aspettati, basta andare a vedere le cifre che il Mef aveva previsto nei documenti ufficiali a marzo di quest’anno. Anche questo ci dà un forte incoraggiamento. Il mercato del lavoro va bene, se non sbaglio c’è circa mezzo milione di occupati in più, l’occupazione in generale non mostra cenni di cedimento”.
Riguardo la situazione politica, soprattutto dopo il no al green pass da parte della Lega in Commissione, Draghi afferma che “La cabina di regia ci sarà perché dobbiamo decidere tante cose, tra cui l’estensione del green pass: a chi, non ‘se’ estenderlo, e quanto svelti. La cabina di regia ci sarà di sicuro. Secondo: il chiarimento politico lo fanno le forze politiche. Terzo: è auspicabile una convergenza e una maggiore disciplina nelle deliberazioni politiche. Quarto: il governo va avanti”.
Del resto, commenta il presidente del Consiglio a proposito degli equilibri da mantenere in un governo ‘disomogeneo’, come quello attuale, ”Vedo una coalizione con le sue divergenze, ci sono provenienze politiche, culturali, personali e professionali diverse in questa maggioranza. Il governo va molto d’accordo nei suoi membri, il Parlamento ha fatto un lavoro straordinario e continua a farlo: non vedo nessun disastro all’orizzonte e non mi preoccupo per me stesso di sicuro”. Inoltre, aggiunge ancora, ”Questo governo sta in piedi perché è il Parlamento che lo vuole. La vita del governo è decisa dal Parlamento. Perciò, ho sempre detto, che i processi decisionali sono integrati, ma questo non vuol dire che il governo debba fare il mestiere dei partiti, né che i partiti devono fare il mestiere del governo”.
E’ la volta di un altro tema abbastanza sentito: l’immigrazione. “Secondo me la ministra Lamorgese lavora molto bene – premette subito Draghi – Il problema è molto difficile, non ho trovato qualcuno che avesse la bacchetta magica e lo risolvesse in un attimo. I numeri di quest’anno non sono spaventosi, abbiamo avuto anni peggiori di questo. Credo che la ministra Lamorgese faccia il suo dovere e lo faccia molto bene”.
Infine qualcuno, tra i giornalisti, prova a ‘sondare’ gli umori lanciando l‘idea di un ‘incontro a tre’, con il premier, la ministra dell’Interno e Salvini intorno allo stesso tavolo. Eventualità che Draghi accoglie favorevolmente: ”potrebbe essere un chiarimento interessante. Specialmente Lamorgese e Salvini possono dire i loro punti di vista, cosa è che non va, soprattutto se quel che non va è raffrontabile a quel che non andava quattro anni fa, cinque anni fa, tre anni fa, ovviamente non all’anno della pandemia, perché lì si è fermato tutto, anche i migranti. Se la ministra Lamorgese lo vorrà si farà volentieri, magari non in televisione o in streaming”.
Max