(Adnkronos) – “Io riesco a guardare al potere e ai potenti. Io mi sento parte di quella recita”, anzi “lo sono stato, ora lo non lo sono più, per chiarire”. Così l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo alla presentazione del libro di Emilio Giannelli ‘Un’Italia da vignetta’ (ed. Solferino) alla fondazione Corriere della Sera.
“Niente sconti, Ferruccio, sono un ex ormai, quindi non ho niente da chiedere. Parlo da ex”, ha detto Draghi a Ferruccio De Bortoli, che sottolineando come il vignettista non faccia mai sconti a nessuno, aveva esortato a non farne neanche oggi all’ex premier. “Mai dire mai…”, ha detto De Bortoli, quando Draghi si è definito un “ex”. Pronta la replica dell’ex presidente del Consiglio: “Tu lo dici”.
Il vignettista del quotidiano di via Solferino, secondo l’ex premier “divide il mondo in due categorie: i potenti e i normali. E Giannelli con le sue caretteristiche smaschera la recita del potere” con un tono “che nel complesso è scanzonato, non è un tono che contiene un giudizio o una condanna, è il tono dei normali che guarda con stupore alle cose incredibili che succedono tutti i giorni”, ha detto Draghi, osservando che “al posto dei politici italiani” nelle vignette del Corriere “ci potrebbero essere benissimo politici di altri Paesi. Nella sostanza sono gli stessi. Uno dei messaggi di Giannelli secondo me è questo: sono tutti uguali”.
Commentando una vignetta del Corriere della Sera che lo vedeva protagonista insieme a Putin, Draghi ha detto: “Quello era il mio dovere in quel momento rapidissimo. Era la prima settimana della guerra e dovevo fare il più possibile di accordi internazionali per assicurare l’autosufficienza italiana dal gas rispetto alla Russia”. “Era importantissimo svincolarsi il più presto possibile dalla Russia e dovremo rimanere tali. La dipendenza…”, ha detto aggiunto, stoppandosi prima di terminare la frase: “Basta, non voglio… Quella vignetta mi è piaciuta perché rappresentava esattamente quello che dovevo fare”.