ECONOMIA

Draghi, l’Europa e la competitività: le sue parole

“I singoli Paesi europei sono semplicemente troppo piccoli per affrontare le sfide. In molti settoriserve dimensione e si ottiene solo se ci integriamo. Allora avremo i soldi, ma la prima cosa per le imprese medio piccole è essere in grado di crescere. E non abbiamo la dimensione” necessaria a che le Pmi possano crescere e raggiungere dimensioni più grandi nell’Ue a causa delle “barriere nazionali”.

Con queste parole si è espresso l’ex premier Mario Draghi. “Le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio vanno rivisitate insieme, in un quadro multilaterale. Se andiamo al tavolo negoziale e vogliamo essere presi sul serio, è meglio non solo stare al tavolo, ma essere forti mentre ci stiamo. Non possiamo permetterci di venire indeboliti: la prima linea di difesa è crescere da soli. Non sussidi, ma ristrutturare e innovare”.

Aggiornamento ore 10.19

“L’alternativa ad avere una strategia industriale europea non è, come pensano alcuni, non avere alcuna strategia industriale. No: è avere molte strategie industriali, scoordinate tra loro. Cosa che comporta molti svantaggi”.

“E’ quello che vediamo oggi – continua – significa lasciare a ogni Stato membro decidere quali tecnologie sono strategiche, significa sacrificare la concorrenza, perché” le decisioni strategiche vengono prese “per lo più a livello nazionale, distorcendo l’allocazione delle risorse in Europa.”

Aggiornamento ore 13.07

“Ciò E significa anche risultati scadenti”, come dimostrano “alcuni recenti fallimenti di progetti nazionali di alto profilo. Capiamoci: voglio che l’Europa resti aperta, voglio parità di condizioni. Dobbiamo essere ambiziosi e puntare sull’innovazione” ha aggiunto.” E se nell’Ue “facciamo le necessarie riforme, la produttività aumenterà questa specie di dramma politico percepito, di dover finanziare” investimenti per 750-800 miliardi aggiuntivi l’anno “prenderà una dimensione più realistica”.

 

Aggiornamento ora 18.10