Al termine dell’atteso Cdm tenutosi in occasione dell’approvazione del dl aiuti te r, incontrando la stampa il premier Draghi ha subito tenuto a rimarcare che “Non prevediamo nessuno scostamento di bilancio ma impieghiamo le maggiori entrate fiscali di questi mesi per aumento del tasso di inflazione e la crescita. L’andamento dell’economia italiana è migliore delle aspettative e ci consente di aiutare famiglie e imprese senza mettere a rischio i conti pubblici e causare tensioni sul mercato“.
Poi, passando al lavoro appena concluso, il presidente del Consiglio ha commentato che “Anche quello di oggi è stato un Cdm molto ricco di provvedimenti, leggi interventi a sostegni in molti campi, prima di tutto con aiuti a famiglie e imprese per affrontare la crisi energetica, il rincaro delle bollette e più in generale caro vita“.
Nello specifico, ha riassunto il premier, “Con il dl aiuti ter di oggi vengono spesi 14 miliardi di euro per famiglie e imprese che si aggiungono a quasi 50 nei mesi scorsi, nel complesso un valore superiore a 60 miliardi di euro, pari a 3,5% del Pil. Questi ci pone tra i paesi che hanno speso di più in Europa per fronteggiare l’emergenza energetica e l’inflazione”.
Inoltre, ha tenuto a precisare ancora, “Dal sistema bancario c’è disponibilità a lavorare insieme per il Paese, sono pronti a dar prestiti al tasso dei Btp senza commissioni aggiuntive a imprenditori e imprese che si presentano per il pagamento della bolletta, e anche in generale per il capitale circolante. Prestiti garantiti dallo Stato ma gratuiti, a differenza che in passato“.
Quindi, affrontando un tema che in questi giorni è stato più volte tirato in ballo, Draghi ha affermato che “Non c’è motivo di discostarsi dalla linea di politica economica di questo governo se la crescita è accompagnata dall’equilibrio dei conti. Quello che conta è che il Pnrr e gli investimenti associati al Pnrr continuino, che le riforme associate e non associate al Pnrr continuino. Quel che conta è favorire un ambiente favorevole alla crescita. La crescita non è prodotta dai governi, i governi possono al massimo creare o mantenere un ambiente favorevole ma la crescita viene prodotta dagli italiani“.
Poi il capo dell’esecutivo è voluto tornare anche sul Pnrr sul quale, anche qui, qualcuno ne aveva ipotizzato una revisione: “Cerchiamo di capire: quello che si può rivedere è quello che non è stato bandito. Quasi tutto è stato bandito, c’è poco da rivedere. Se ci sono programmi sostituiti con altri, una revisione del genere non trova ostacoli. Suggerirei di affrontare la questione non come un fatto ideologico ma pragmatico. Detto questo, non riesco a capire come questa possa diventare una questione così dirimente per il Paese, ma alcune percezioni mi mancano“.
Entrando nei particolari del provvedimento appena approvato, il presidente del Consiglio ha lasciato la parola al ministro Franco, il quale ha spiegato che, all’interno, è contenuto un intervento che ”darà 150 euro netti da imposta, nei mesi di novembre e probabilmente dicembre a circa 22 milioni di cittadini. La platea resta, come tipologia di soggetti, la stessa dell’intervento operato sui 200 euro, cambia solo la soglia, che da 35.000 euro scende a 20.000 euro”. Un dl, ha aggiunto il ministro, che prevede ”150 euro netti da imposta, nei mesi di novembre e probabilmente dicembre a circa 22 milioni di cittadini. La platea resta, come tipologia di soggetti, la stessa dell’intervento operato sui 200 euro, cambia solo la soglia, che da 35.000 euro scende a 20.000 euro”. Infine, ha concluso Franco, “L’indebitamento netto resta al 5,6%, quello indicato nella Nadef e ribadito nel Def“.
Infine, riprendendo la parola per salutare, il premier Draghi ha affettuosamente aggiunto: “Mi auguro che il prossimo governo abbia un bravo ministro come Franco. Siamo riusciti a sostenere l’economia italiana riducendo l’indebitamento come mai. Una gestione esemplare“.
Terminata la conferenza relativa al Dl Aiuti bis, ed al termine di una ‘panoramica’ sulla situazione economica del Paese, intercettato dai giornalisti, è stato chiesto al premier se è disponibile ad un secondo mandato: “No” la replica, secca ed immediata.
Quindi gli è poi stato domandato se, all’indomani del voto, prevede nuovamente un governo di unità nazionale: “Non ho idea di quello che il voto produrrà, queste valutazioni potranno essere importanti dopo. Per il futuro sono molto fiducioso, sono fiducioso per gli italiani, perché producano crescita, stiamo meglio i più deboli e le disuguaglianze siano affrontate. C’è tantissimo da fare, questo governo ha avviato alcune cose, ha affrontato delle emergenze, c’è tantissimo da fare per il prossimo governo“.
Infine, interrogato sul clima di questa campagna elettorale, il presidente del Consiglio ha poi aggiunto concludendo, “Io sto in alto, sono stato precipitato e catapultato dall’alto, non sarebbe neanche giusto che giudicassi i toni, il clima teso… La cosa importante è che tutti vadano a votare, questa è la cosa più importante di tutte“,.
Max