Come scriviamo in un altro articolo, grazie alla credibilità acquisita sul campo, con azioni concrete, il nostro Paese è preso in grandissima considerazione dalle autorità ucraine tanto è, che oggi il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, ha rivelato che – fra i tanti pervenuti – a Kiev stanno studiando il piano messo a punto dal nostro per mettere fine alla guerra.
Draghi: “Prima ho chiamato Putin per convincerlo a trattare con Zelensky, vita la sua ostinazione, mi sono quindi rivolto a Biden affinché lo chiamasse”
Una notizia che ovviamente ci inorgoglisce. Pensare che, sempre oggi, incontrando gli studenti veronesi della ‘Scuola Dante Alighieri’ di Sommacampagna, parlando del forte impegno profuso dall’Italia per la fine del conflitto, il premier Draghi ha ricordato che quando “A Putin ho detto: ‘la chiamo per parlare di pace’, e lui mi ha detto ‘non è il momento’”
Ma senza scoraggiarsi il capo del governo ha quindi ribattuto al presidente russo: “Forse i problemi li potete risolvere voi due, perché non vi parlate con Zelensky?’, mi ha ancora risposto ‘Non è il momento’. Ho avuto più fortuna a Washington parlando con il Presidente Biden gli ho detto che forse solo da lui Putin vuol sentire una parola e gli ho detto che telefonasse a Putin. Il suggerimento ha avuto più fortuna perché il giorno dopo non lui, ma il ministro della difesa americano e quello russo si sono sentiti“.
Draghi agli studenti: “Chi attacca ha sempre torto. C’è differenza tra chi è attaccato e chi attacca, bisogna tenerlo bene in mente”
Quindi il presidente del Consiglio ha ammonito gli studenti, spiegando loro che ”Chi attacca ha sempre torto. C’è differenza tra chi è attaccato e chi attacca, bisogna tenerlo bene in mente. Come quando uno per strada è grosso grosso e dà uno schiaffone a uno piccolo. Quello che è successo è che il piccolino adesso è più grande e si ‘ripara’ dagli schiaffi, prima di tutto perché è stato aiutato dagli amici, ma anche perché combatte e si difende per un motivo, la libertà”.
Draghi: “I cittadini russi non sono colpevoli per quel che fa il loro governo. Quando la guerra sarà finita dovremmo considerarli come noi, non nemici”
Altro concetto che il premier ha tenuto a rimarcare, ”I cittadini russi non sono colpevoli per quel che fa il loro governo. Sono come noi. Quando la guerra sarà finita dovremmo considerarli come noi, non come nemici, perché non sono loro i nemici. Dovremo ricordarcelo perché questo significa cercare pace”. Del resto, ha proseguito, “Noi italiani viviamo questa guerra di riflesso, da lontano e mi chiedo cosa si può fare oltre che aiutare l’amico. Quello che si deve fare è cercare la pace, fare in modo che i due smettano di sparare e comincino a parlare”.
Draghi: “Le famiglie italiane sono state straordinarie, hanno aperto le porte delle loro case ai rifugiati ucraini, e bambini e ragazzi sono tutti a scuola”
Giustamente, ha incalzato ancora Draghi: ”Noi viviamo questa guerra anche in un altro modo, perché ci sono tanti, tanti rifugiati ucraini. Noi avevamo già la più grande comunità ucraina d’Europa, composta da circa 230mila persone, ora sono arrivati con la guerra quasi 120mila rifugiati. Gran parte di loro sono donne e bambini, e molti minori sono soli, non accompagnati. E di fronte a questa ondata di persone che scappano dalle bombe, con le loro case e vite distrutte, l’Italia, le famiglie italiane sono state straordinarie. Hanno aperto le porte delle loro case, i rifugiati sono accolti, e l’altra cosa straordinaria è che bambini e ragazzi sono tutti a scuola. Questo è un capolavoro di amore e di efficienza. Le scuole italiane sono stare straordinarie“.
Draghi: “Questo Paese è stato straordinario per l’amore che ha mostrato. Questo è il modo in cui noi italiani partecipiamo a questa guerra”
Ed ancora, lodando il cuore degli italiani, ”E’ stata data immediatamente assistenza sanitaria e finanziaria. Insomma, questo Paese è stato straordinario per l’amore che ha mostrato. Questo è il modo in cui noi italiani partecipiamo a questa guerra. Da lontano, aiutando gli amici, ma anche i piccoli amici che arrivano. E’ un esempio di cui dobbiamo essere orgogliosi“.
Max