Il primo a salutarlo, mostrando il grande rispetto e l’ammirazione che lo legava a questo straordinario musicista, è stato l’ex Beatles Ringo Starr il quale, non appena aver appreso la tragica notizia ha Twittato: “Dio benedica il Dr. John, pace e amore per tutta la sua famiglia. Amo il Dottore, la pace e l’amore”.
E già perché Malcolm John “Mac” Rebennack Jr., nato nel novembre del 1941 a New Orleans, di strada nel mondo della musica ne ha fatta tanta. Ma non solo, ha addirittura tracciato la via per quanti hanno iniziato a suonare dopo di lui.
Dr John, come era affettuosamente chiamato nell’ambiente prima e nel mondo poi, era un polistrumentista cantante (suonava bene sia il pianoforte che la chitarra), segnò infatti indelebilmente gli ani ’50 attraverso una sorta di ‘fusion’, capace di miscellare tra di loro ‘suoni’ apparentemente distanti come il jazz, il blues, il pop ed il rock. Le sue composizioni erano ‘esplosive’ e lasciavano i musicisti di allora senza fiato.
Parliamo di un artista che che nel corso della sua carriera ha diviso il palco (dopo averci collaborato in sala d’incisione come richiestissimo session man), con ‘mostri’ come Eric Clapton, Carly Simon, James Taylor ed i Rolling Stones. Molti suoi album hanno scalato le ‘difficili’ classifiche americane e tante sue canzoni sono state riproposte de decine di artisti. Personaggio generoso e ‘maledetto’ come la ‘legge’ musicale di un tempo imponeva, Dr John è stato per molti anni succube della dipendenza da stupefacenti, e per questo ha anche conosciuto il carcere. Ma quando saliva sul palco si trasformava catturando l’attenzione di chiunque.
Per lui parlano chiaro i 6 Grammy Awards vinti, e la sua presenza ‘cementata’ (nel 2011) nella prestigiosa ‘Rock and Roll Hall of Fame’.
Tradito dal quel grande cuore che aveva a 77 anni, Dr John lascia diverse ‘perle’ ancora oggi definiti veri e propri cult musicali come ‘Gris-Gris’ (1968), ‘Remedies’ (1970), ‘Dr. John’s Gumbo’ (1972), ‘Right Place Wrong Time’ (1973), e vinili come ‘Desitively Bonnaroo’ (1974), e ‘City Lights’ (1979).
M.