Ormai la musica è sempre la stessa: il governo ‘pensa’ a delle misure e, timidamente le propone alle Regioni, spiegando loro che hanno poi facoltà di applicarle, anche in forma più dura, purché ne diano notizia al governo stesso. In sostanza, si lascia creder loro di aver potere decisionale, salvo poi ‘stopparle’ duramente. E’ anche vero però che in passato, soprattutto in occasione della famosa riapertura, a primavera, alcuni regioni ‘hanno preso troppo la mano’, riuscendo a spuntarla sul governo pur non avendo le condizione ideali per riaprire.
Insomma, fra le tante polemiche che già agitano internamente la maggioranza (dove prevale il tutti contro tutti), è soprattutto il rapporto con le Regioni a creare maggiori problemi a Conte & C.
Dpcm, Regioni e Province autonome ‘bacchettano’ il governo: ‘noi, inascoltati’
Infatti, puntuale, a ridosso della presentazione del nuovo Dpcm, le Regioni hanno subito ‘bollato’ le imminenti misure, esprimendo il loro giudizio negativo attraverso una lettera aperta, inviata a palazzo Chigi: “La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime stupore e rammarico per il metodo seguito dal Governo che ha approvato, nella serata di ieri, il decreto legge 2 dicembre 2020 n.158, in assenza di un preventivo confronto con le regioni. La conferenza delle Regioni e delle Province autonome – prosegue quindi il documento – prende atto delle scelte operate con l’adozione del citato decreto-legge che, intervenendo con forti limitazioni agli spostamenti e alle relazioni sociali nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, rende di fatto pleonastico il pronunciamento su parti essenziali del Dpcm”.
Dpcm: Conte e Boccia in collegamento con le Regioni per far quadrare il cerchio
Insomma l’ennesima patta bollente che, con l’intervento televisivo già annunciato entro stasera, ora il premier Conte, affiancato dal ministro Boccia, sta cercando di ‘raffreddare’, attraverso un continuo e laborioso video-confronto con le Regioni…
Max