Ancora una volta, se ci dovessimo appellare alla logica (viste le diverse incongruità), già prima che venga ufficialmente annunciato, potremmo definire l’imminente Dpcm natalizio ‘surreale’!
Premessa la solita motivazione – condivisibile – per cui è meglio resistere ancora un po’ per non buttare tutto, ciò che però desta rabbia è il modo con il quale il governo ‘impone’ le sue regole, pur mostrando tutta la sua debolezza nell’enunciarle.
Oltretutto, come è stato più volte contestato, ‘parlano in troppi’, ciascuno appare, ‘annuncia’ e sparisce, salvo poi lasciarci in balia della confusione più totale.
Oggi ad esempio Sandra zampa, sottosegretario alla Salute, invitata negli studi de La7, ha fatto il punto sul nuovo Dpcm che, ripetiamo, non è ancora uscito. Anche se, ‘sulla carta’, è già stato detto tutto.
Ebbene, la Zampa ha affermato che “La messa di Natale si dovrà concludere entro l’orario per rientrare a casa per il coprifuoco alle 22. Quindi verso le 20, 20 e 30. E’ una decisione presa in accordo con la CEI, la quale ha capito perfettamente l’esigenza”.
Una decisione tutta ‘loro’, in quanto proprio ieri la Commissione Ue ha ribadito di non aver assolutamente posto veti sull’orario delle funzioni religiose, di averne massimo rispetto.
Diversamente, mentre proprio stamane la Commissione Ue raccomandava di ricorrere ad una sorta di ‘sistema cuscinetto’ per i giovani, consigliando all’occorrenza, di ritardare di una settimana il ritorno nelle scuole in presenza, la Zampa ha invece spiegato che “Le scuole superiori potrebbero riaprire a metà dicembre, ci sono discussioni in corso. Per me sarebbe meglio aprirle a gennaio, dobbiamo prima progredire nei risultati perché l’obiettivo non é stato ancora raggiunto”.
Infine, manco fossimo in un film a lieto fine di Frank Capra, la ‘miracolosa concessione’ in merito ai ricongiungimenti familiari: “dal 20 ci sarà il divieto di spostamento tra le regioni”, ha infatti ricordato il sottosegretario, “salvo ragioni di necessità come assistere un genitore solo, che richiederanno l’autocertificazione“.
Ora la domanda è abbastanza scontata: ma una persona che risiede a Roma, potrà andare a dare gli auguri ai propri genitori, ed a sincerarsi delle loro condizioni, i quanto i due costretti a passare l’inverno in una casetta fai monti abruzzesi? O è necessario che uno dei due sia morto per potersi ‘autocertificare’?
Max